L'ing. Vincenzo Brugnone, in una dotta conferenza, ha enunciato, con dovizia di particolari, le ipotesi più attendibili sull'espansione dell'universo
'VULGATA': VERSO L’AVVENIRE COSMICO
Dell’elettromagnetismo, effetto Doppler, relatività ristretta e generale, secondo principio della termodinamica con entropia e degradazione entropica, legge di Hubble, meccanica quantistica, indeterminazione, probabilismo, non località particellare, ecc. di questi argomenti (dicevo) – di alcuni dei quali faccio riferimento nel corso di questa relazione, richiamandoli da un mio studio a parte- 'Romano more' si teme che possano catalizzare spunti di iato. Perciò, dopo aver preso un’adeguata rincorsa, spicco (si fa per dire!) 'un lungo salto del canguro' nondimeno pronto alla trattazione, in qualsiasi momento dei poc’anzi detti argomenti, e, siccome la mia cultura è di matrice umanistico-rinascimentale, il mio modello di riferimento non può che essere chi della cultura nutrì la completezza, l’universalità: e pluribus unum, Leonardo Da Vinci!
Probabilmente vi è capitato di percepire la assorta profondità dello sguardo e la sapiente, geniale pacatezza dei sorrisi nei volti dei ritratti leonardeschi. L’universo in toto è allogato in quegli sguardi e in quei sorrisi: lì vi accorgete cos’è la compiutezza, l’universalità dello scibile nell’uomo 'genius naturae'! Questo fu ed è il messaggio di Leonardo, prima: raccolto e diffuso, dopo, da Galileo, il quale dimostrò di saperne essere ardente seguace quando, apertis verbis , perorò la causa di Copernico contra Aristotele!
Considerati i testé detti motivi, per non causare disagio… ho surrogato, (di meglio non ho potuto) le spiegazioni – sui poc’anzi elencati percorsi della fisica post-newtoniana – con excursus storico-filosofici, i quali, alla fine della relazione, leggerò con l’intestazione Riflessioni Conclusive, riportandole fedelmente da quel mio studio poco fa richiamato, il quale contiene i percorsi dalla fisica cosmica e nucleare ab ovo usque ad mala.
'HOC EST' IL COSMO IN FIERI'
Esso si espande per attrazione gravitazionale G fra stelle e galassie, contrastata dalla forza di espansione FE antigravitazionale.
Ipotesi 1: se FE supera di poco G, per cui diminuisce più di G con il procedere dell’espansione, a un certo momento G prevarrà su FE, per cui il Cosmo collasserà su se stesso, a meno che la velocità cosmica abbia raggiunto e superato quella di fuga (velocità critica); allora saremo nella prossima ipotesi 2. Se, invece, il Cosmo sarà in collasso, si avvierà verso il big crunch, singolarità finale puntiforme.
Ipotesi 2: ovviamente si può verificare solo quando FE supera di molto G, per cui avviene il contrario dell’ipotesi 1 ed il Cosmo si espanderà senza arrestarsi nello spazio-tempo verso l’infinito. Però Einstein non crede né al big crunch né al Cosmo espandentesi sempre, come una palla che viene gonfiata. Egli crede nello spazio-tempo, alla fine destinato a divenire statico e piatto, ma deformato localmente da masse ed energie: deformazioni che sono la causa di G, ergo questa non è una forza, bensì la conseguenza degli incurvamenti localizzati. Inoltre egli ipotizza l’idea di una grandezza costante esistente nel tessuto spaziotemporale, la costante cosmologica CC, antigravitazionale come la FE, tuttavia non variabile come questa. Nondimeno Einstein come la suppone, così subito rinnega la CC perché ciò che non è provato, rimane intra moenia dell’incertezza.
Oggi il Cosmo si va espandendo secondo la legge Hubble, per cui le galassie si allontanano fra loro accelerando, ossia con velocità crescente in proporzionalità diretta alla crescita della loro mutua distanza: possiamo calcolare (con l’effeto Doppler ed il metodo di Hubble delle luminosità assolute ed apparenti delle stelle) che il Cosmo si sta espandendo dal 5% al 10% ogni miliardo di anni!
Qual’è l’ipotesi più attendibile sull’espansione dell’Universo?
Cominciamo la risposta con una domanda. Perché le stelle che si trovano ai margini della Via Lattea e di altre galassie a spirale, come la nostra, ruotano così vorticosamente attorno al centro galattico? La massa galattica centrale non è così grande da spiegare ciò: manifestamente dentro codeste galassie, quindi pure attorno a noi, vi è della materia oscura.
Tuttavia la materia oscura ancora non basta, affinché si possano spiegare, ergo giustificare le elevate entità delle velocità degli astri, galassie e materie cosmiche misurabili. Perciò vi deve essere dell’altro da computare come entità capace di accrescere le velocità delle masse cosmiche: quest’altro, non essendo materia, non può che essere l’equivalente di Einstein, cioè energia, la quale, essendo ignota, viene nominata energia oscura; questa incrementerebbe la densità cosmica di quel tanto che è sufficiente ad impedire l’espansione dell’Universo. Però, se l’energia oscura è capace di impedire l’espansione cosmica, come mai accade il contrario? Infatti non vi è dubbio alcuno che la sperimentatissima legge di Hubble, già riferita, dimostra con certezza che il Cosmo si espande accelerando vieppiù, anche se non si deve tacere che la legge di Hubble appare in contrasto con il secondo principio della termodinamica, giacchè il degrado entropico – imposto da questo principio – comportando irreversibile dissipazione energetica, condannerebbe l’espansione universale a decelerare sempre più: altro che accelerare sempre più! Ed allora ?
Ecco la grande intuizione! Vuol dire che l’energia oscura non è attrattiva bensì repulsiva, andandosi ad aggiungere all’energia di espansione sempre più in diminuzione, comunque in misura da determinare l’attuale accelerazione dell’espansione, la quale, procedendo in avanti e crescendo senza soste, scemerebbe in futuro fino all’equilibrio del Cosmo statico. Così la legge di Hubble sarebbe rispettata, come lo deve, e la costante cosmologica di Einstein potrebbe esumarsi come l’energia oscura (si ricordi: repulsiva antigravitazionale, non attrattiva gravitazionale), perciò il Cosmo tenderebbe ad essere quello di Einstein, poco fa ricordato, il quale diventerebbe sconfinato, oscuro, senza materia aggregata a causa del degrado entropico, dissipatore di energia, (secondo principio della termodinamica); si avrebbe, cioè, la demolizione della sua struttura, il big rip o grande strappo, in poche masse residue, sparse entro un’immensa quantità di energia ad altissima entropia e nessun potenziale di ricostituirsi in nuove masse: un annichilamento che deforma lo spazio-tempo in un disordine finale di distorsioni localizzate in incurvamenti!
E poi? Purtroppo Einstein non c’è più. Forse egli troverebbe la risposta.
Per me 'hoc meam scientiam fugit'! Il Creatore potrebbe intervenire con nuove magnae res gestae? Forse potrebbe ridare ai resti di questo Cosmo quel potenziale di energia perduto, se ne avrà voglia per ricominciare daccapo!
E’ utile consultare la seguente Tabella sulla probabile composizione del Cosmo in cui viviamo:
4% gas ed energia (di cui 93% idrogeno: 4% azoto, ossigeno, altri gas: 3% energia).
0,5% (appena) stelle, pianeti, satelliti, comete, asteroidi, detriti, polveri, altri corpi.
Fin qui materia ed energia sono palesi
24% materia oscura intorno ed entro le galassie.
71,.5% energia oscura negli immensi spazi vuoti intergalattici.
100% totale materie ed energie, palesi ed oscure, nel Cosmo.
La testè supposta e grande diffusione dell’energia oscura (ben 71,5 % del totale!) quasi uniformemente negli spazi vuoti, spiegherebbe il motivo per cui le più lontane radiazioni elettromagnetiche, quale è la luce, giungono a noi più spostate verso il rosso di quanto, se non esistesse così lontano tanta energia oscura, lo sarebbero per effetto Doppler ed anche per le dilatazioni delle lunghezze d’onda, spiegate con lo stiramento dello spazio-tempo deformato da masse ed energie secondo la Relatività (ristretta e generale) di Einstein.
RIFLESSIONI CONCLUSIVE -1-
Gli argomenti descritti fin qui dall’inizio, vuoi ex nuce, vuoi in toto, mi convincono che il Cosmo non può essere nato dal Nulla, senza un Archè (Principio) regolatore: quello che per gli antichi greci fu il Logos (Ordine); però – si badi bene – non quello anchilosato di Aristotele bensì quello condizionato dalla Moira (Fato) e dall’Anagke (necessità), le quali per taluni si identificano, per talaltri – come chi scrive – si distinguono quanto basta, ancorché simili. A mio parere, gli antichi greci non furono in effetti politeisti – come si crede comunemente – bensì monoteisti: gli Dei dell’Olimpo erano soltanto supermens e superwomens, cui gli antichi greci miravano a pervenire d’essere, invidiandoli e temendoli; invece l’unico e vero Dio degli antichi greci fu il Metafisico (il Trascendente), personalizzato dal Logos, a sua volta condizionato dal Fato–Moira e dalla Necessità-Anagke.
Codesta Trinità (si rammenti che il 3 è il numero perfetto, giacchè costituisce il più piccolo numero di vertici delle figure geometriche piane chiuse: alias il triangolo). Codesta Trinità (dicevamo) fu il Dominus, cui soggiacevano gli stessi Dei dell’Olimpo, figuriamoci gli uomini!
A mio avviso l’Archè fu Dio Creatore del Cosmo, però diverso da quello concepito dagli antichi greci: fu la Mens Matematica, ma non quella del 2+2=4, bensì quello dell’infinito e dell’infinitesimo, della relatività e del probabilismo quantistico, dell’errore e del suo aggiustamento matematico. Solamente siffatto Dio può essere quello giusto, misericordioso ed amorevole!
Sempre a mio parere il Creatore dell’Universo certamente esiste, tuttavia Egli non è 'proprietà privata' di nessuno, perché il Fideismo più spesso è mestiere – parafrasando Sciascia – meno spesso è fanatico fondamentalismo, raramente è autentica fede!
Aveva ragione Einstein quando affermava che noi non conosciamo il segreto del Grande Vecchio, e aggiungeva pure che Dio non gioca a dadi con il mondo.
RIFLESSIONI CONCLUSIVE -2-
Prima di concludere, mi corre l’obbligo di meglio chiarire per quale ragione non ho nascosto la mia avversione per Aristotele. L’ho fatto, perché la sua cocciutaggine di montanaro macedone riuscì a bloccare il pensiero scientifico per quasi 2000 anni. Fu chiamato il philosophus , giacchè i suoi ipse et dixit non venivano mai messe in dubbio, e, così imponendo dall’alto del suo venerato prestigio, arrecava immane danno all’umanità. Come e come mai? Rispondiamo –
Filippo il Macedone, nonostante avversato dal grande Demostene – il 'principe degli oratori' secondo Cicerone (Chi, proveniente dai Licei classici, come chi scrive, non ha tradotto brani delle sue Filippiche contro il Macedone? Credo nessuno: almeno un po’, noi tutti ne abbiamo tradotti!), Filippo il Macedone (dicevo) fu il capo capace di iniziare l’unificazione – dopo portata a termine dal figlio Alessandro il Grande – dei tanti staterelli dell’antica Grecia in un unico Impero, quello ellenico, dopo avere vinto gli ateniesi, nel 338 a.C. , a Cheronea. Vi riuscì il macedone, perché possedeva una grande resistenza fisica, era un grande organizzatore di eserciti – non dimentichiamo che era il Creatore delle famose falangi – e principalmente era u7n grande corruttore servendosi dell’oro da distribuire generosamente ai corruttibili, che in molti si affollavano alla sua corte (auri sacra fames, l’irrefrenabile ingordigia dell’oro, disse dopo Virgilio).
Tuttavia Filippo, in fondo, era un incolto pastore macedone dall’astuzia di cui era abbondantemente munito, capì che il suo successore, il figlio Alessandro (dicevamo) doveva acculturarsi, per riuscire ad essere 'veramente Grande'. Assoldò, allora, il suo compaesano Aristotele (costui era nato a Stagira in Macedonia), il quale proveniva dai giardini di Academo in Atene, dove Platone teneva la celeberrima scuola denominata Accademia dalla località, ed Aristotele ne era allievo, condusse il compaesano a Corte, ove ille philophus educò Alessandro per 8 anni, e ne fece 'il Grande Alessandro', futuro imperatore del mondo ellenico.
Aristotele fu, perciò, un 'raccomandato di ferro'. Non solum, sed etiam fu un fortunato perché il suo geocentrismo, a cui Tolomeo dette, poi, veste matematica (non dimentichiamo che Tolomeo fu l’inventore della trigonometria piana e sferica), il geocentrismo di Aristotele – Tolomeo (dicevo) fu sposato dalla Chiesa di Roma: dove poteva e doveva nascere l’uomo figlio di Dio (Gesù), se non al centro dell’Universo? Non certamente in un frammento cosmico, allogato nella sperduta periferia di una sperduta galassia quale, invece, realmente è!
Ergo: geocentrismo ad oltranza e Dante Aligheri che lo sostenne, da quel furbacchione che era, magnificandolo di arguta arte poetica, riscossero grandioso successo.
La captatio benevolentiae, di cui Aristotele godette, durò super giù il 20% dell’Evo dell’uomo moderno (il ricercatore, imprenditore, produttore di beni), recando un 'blocco' della ricerca: un immane, dannosissimo ritardo di quasi 2000 anni nel progresso del pensiero scientifico! Immane ritardo, si, giacchè il 20% è un quinto del tempo: non è poco!
Ecco perché non stimo Aristotele!
Eppure fu allievo del più grande filosofo tra i postsocratici, prima del Rinascimento, ossia di Platone; quello del dualismo idee-realtà nel mito della caverna di cui si dà sintetica spiegazione a parte, nel mio studio: ….Platone, il più grande Aristotele, il più insigne e famoso con i suoi ipse dixit da ille philosophus ! fama sorgente da molte e insigni raccomandazioni!
Purtroppo non bisogna meravigliarsi: accade, e anche di frequente, che il discepolo si rivolti contro il maestro, come il figlio contro il padre. Bellum omnium contra omnes humana vita est, la vita dell’uomo è un conflitto di tutti contro tutti: lo disse Hobbes, filosofo britannico del XVI secolo; più brevemente espresse il medesimo pensiero con la massima homo homini lupus,. L’uomo è il peggiore aggressore del proprio simile sic!
Vincenzo Brugnone
Inserito il 01 Marzo 2012 nella categoria Relazioni svolte
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