L'ing. Vincenzo Brugnone ha sottolineato come Newton si fosse gradualmente avvicinato alla Relatività, ammettendo la non assolutezza dello spazio.
Relatore: Ing. Vincenzo Brugnone
'VULGATA': DALLO PSEUDO COSMO DI GALILEO A NEWTON ------
"Ille Philosophus", Aristotele, fu così chiamato per la sua concezione geocentrica del cosmo, perfezionata poi da Tolomeo. L’errore aristotelico resiste circa 1900 anni, dando lustro agli "ipse dixit" di "Ille Philosophus", consacrandone il metodo deduttivo dei sillogismi, che dal Generale portano al Particolare, e rifiutando l’Esperimento. Gli asserti aristotelici sono: I) Lo stato naturale di un corpo è la quiete, che cessa con un impulso ( forza ), ma si ristabilisce subito al cessare dell’impulso; per cui tanto più pesante è il corpo, tanto più velocemente cade. 2 ) Spazio e tempo sono assoluti, la velocità della luce infinita. Galileo, invece, predilige il metodo induttivo che dal Particolare porta al Generale -- senza escludere il deduttivo purché ambedue siano suffragati dagli esperimenti. In ciò Galileo concorda -- in buona parte -- con il coevo inglese, Bacone, il quale sostiene che il pensatore autentico prima procede con la "pars destruens"-( distruzione degli "idòla tribus, specus, fori, theatri" ), poi con la "pars construens", adottando il metodo empirico della sola induzione sperimentale. Così operando, Galileo sostiene tenacemente l’eliocentrismo di Copernico - nuova concezione cosmica -- con la Terra ruotante attorno al Sole ed a se stessa ( Eppur si muove... ). Tante sono le prove sperimentali galileiane, tra cui l’osservazione telescopica di 4 satelliti di Giove, che gli ruotano intorno, anziché attorno alla Terra come secondo il geocentrismo qualunque astro dovrebbe fare. Diversamente da Aristotele, inoltre, Galileo osserva che i corpi di vario peso, lasciati cadere in assenza o quasi di resistenza incrementano la velocità con la stessa accelerazione, pervenendo quindi al suolo tutti allo stesso tempo e stessa velocità. Continuatore di Galileo è l’inglese Newton, ideatore coevamente a Leibnz del calcolo infinitesimale (Leibnz, pur essendo tedesco, non ottiene il riconoscimento del primato: nella lite ha la meglio l’inglese ). Al contrario di Aristotele, Newton dimostra che lo stato di quiete di un oggetto cessa, se sollecitato da una forza, per cui l’oggetto si mette in moto, per rimanervi a velocità costante, se la forza cessa; viceversa l’oggetto in moto varia la propria velocità ( accelera o decelera ), se vi si applica una forza equiversa o con traria al moto. ln altri termini, se per Aristotele la quiete è lo stato privilegiato della Natura, per Newton invece ne è lo stato tendenziale. L’abbandono del privilegio alla quiete, per sostituirlo con la tendenzalietà alla quiete al pari del moto, costituisce un capovolgimento della concezione del "continuum" cosmico: ciò significa che dall’Assoluto di Parmenide e gli altri eleatici, si transita nel Relativo del 'Panta rei" di Eraclito ( "alias" dall’Essere al Flusso dell’Essere); siamo cioè all’alba della Relativiità di Einstein. La formula base semplificata di Newton, racchiudente questi concetti, ci dice che la forza è il prodotto della massa per l’accelerazione. Nel campo cosmico - Newton conclude che due masse si attraggono con la forza di gravità proporzionale: direttamente al loro prodotto ed inversamente al quadrato della loro distanza reciproca. Con questa legge ed il suo principio di azione e reazione, Newton studia le orbite ellittiche. La costante di proporzionalità, tra forza di gravità e massa, è l’accelerazione di gravità - dimostra Newton -- per. cui massa inerziale e gravitazionale coincidono nel principio d’equivalenza, ohe utilizzerà Einstein per la sua Relatività generale. Newton concepisce che le stalle fisse sono altri sistemi come il solare e che le proprie leggi valgono dappertutto nel cosmo, per cui il moto della massa. "m" rispetto a" s" ( Sole ) è la risultante della composizione del moto di 'm" rispetto a "`S" ( Terra ) e del moto di 'T' rispetto a S, e così via per gli altri sistemi: "L" ( centro via Lattea ), "Af’ ( centro Ammasso di galassie contenente ’ "L" ), ecc. ecc. sino alla fine del cosmo ’(ammesso e non concesso che esistano i confini del cosmo ). Newton crede che la velocità della luce non è infinita ( diversamente da Aristotele ), ma finita. e costante in ogni sistema, variando da un sisterna all’altro. In conclusione, Newton va avvicinandosi gradualmente alla Relatività, perchè ammette la non assolutezza dello spazio - limitando l’assolutezza al sistema in cul è situato l’ osservatore e non da un sistema all’altro -- ; non rinunzia però all’assolutezza ovunque del tempo, e quindi al-cambiamento della velocità luce da un sistema all’altro; si ricordi:
spazio percorso dalla luce
vel. Luce= --------------------------------------------------------
tempo impiegato dalla luce.
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Inserito il 07 Gennaio 2011 nella categoria Relazioni svolte
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