Il mito della 'Spada nella roccia' e delle sue origini, è stato trattato, con dovizia di argomentazioni, dal prof. Leonardo A. Greco
Relatore: Prof. Leonardo Augusto Greco - Francesista
Molti sono gli enigmi irrisolti che si celano tra i miti letterari della storia europea: tra essi uno, in particolare, ha affascinato scrittori e poeti di ogni Paese e costituisce un problema aperto, all’interno del quale possono cogliersi delle variabili ma anche fatti ed eventi inattesi.
Ogni nuova ricerca può quindi, rendere un contributo alla spiegazione di certe leggende ed epopee, suscitando non soltanto sorpresa ma anche perplessità su aspetti ritenuti assolutamente indiscutibili.
E’ il caso della relazione svolta dal prof. Leonardo A. Greco alla Libera Università 'Tito Marrone' su un mito secolare qual è 'La spada nella roccia'.
'Un enigma lungo nove secoli' è stato appunto il tema della conferenza durante la quale il prof. Greco ha tratteggiato la storia della letteratura medievale iniziando dal 'Giuramento di Strasburgo' dell’anno 842 che segnò la nascita dell’Europa.
In quel tempo le imprese di Carlomagno e dei suoi Paladini nonché del condottiero Godefroy de Bouillon danno avvio alla diffusione dell’ideale cavalleresco. Al Ciclo Carolingio appartengono infatti le 'Chansons de geste' cantate dai Trovatori negli isolati castelli per distrarre le Corti feudali.
La storia di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda si ricollega più precisamente al Ciclo Bretone ove l’eroe non è più l’Orlando che muore a Roncisvalle come un martire, ma un Cavaliere Errante alla ricerca di prove difficili per esaltare se stesso e per conquistare la donna amata.
Tra queste storie del Ciclo arturiano figurano il Perceval, il tema del Graal, la leggenda di Merlino e della misteriosa spada nella roccia, quella spada che soltanto Artù sarà in grado di estrarre e che si romperà durante uno scontro.
E’ poi l’enigmatica donna del lago che offre al Re una seconda spada, chiamata Excalibur (dal latino ex Calibis) il cui nome significherebbe 'forgiata dai Calibis', una popolazione di prestigiosi fabbri.
Ma chi era Artù? Secondo i romani si trattava di un 'barbaro' rozzo e ignorante; soltanto in un secondo tempo diventa un simbolo e i suoi cavalieri un modello per la cavalleria. Era inglese o francese? La risposta è incerta giacchè i Bretoni, scacciati dagli Angli e dai Sassoni, emigrarono nella penisola armoricana - battezzata conseguentemente 'Piccola Bretagna'. È dunque in Francia che è possibile visitare la Tomba di Merlino, il museo di Re Artù, la Tavola rotonda o la Fontana della Giovinezza che permetteva ai maghi di non invecchiare.
Nell’XI secolo, comunque, Artù è considerato dagli inglesi un eroe nazionale, le sue imprese sono conosciute in Gran Bretagna, Francia e Italia e proprio in Italia troviamo alcune testimonianze che mettono in discussione l’origine del mito della Spada nella roccia.
Il Duomo di Modena
Nel Duomo di Modena, in un bassorilievo del 1120 – cioè dieci anni prima del ciclo delle narrazioni – sono raffigurati inspiegabilmente Artus de Bretania, Calvagin, Galvarium e altri cavalieri nonché Isdernus che tenta di liberare Ginevra da Carados.
L’Abazia di San Galgano
Provenendo da Firenze e prendendo la superstrada per Siena, se si esce verso la Statale 223, fino all’uscita di Merse si arriva a Chiusdino, un borgo del XII sec.
Nei pressi del paese, oltre a ciò che resta della grandiosa Abbazia di S. Galgano, è visitabile la rotonda di Montesiepi, un edificio a pianta circolare che custodisce un’altra testimonianza inspiegabile. Al suo interno, infatti, si trova una SPADA conficcata NELLA ROCCIA, l’unica spada nella roccia esistente al mondo che risale ad un’epoca antecedente l’epopea arturiana.
Studi approfonditi di varie Università italiane hanno confermato la data di fabbricazione di questa spada che nessuno è mai riuscito ad estrarre dalla pietra. A conficcarla nella roccia sarebbe stato nel XII sec. un cavaliere di nome Galgano – in seguito divenuto santo - per mettere fine alle sue avventure guerresche e per inginocchiarsi davanti alla parte del ferro non interrata che con l’elsa formava una vera e propria croce.
E allora viene da chiedersi: il mito della Spada nella roccia è italiano? Probabilmente si. La storia di Galgano precede di 25 anni quella scritta da Chrétien de Troyes; avrebbe quindi avuto origine, non nell’area celtica della Bretagna come molti hanno creduto, ma in Toscana, e importata successivamente in Francia dai monaci cistercensi. Galgano e re Artù sono la stessa persona? Un cavaliere della Tavola Rotonda si chiamava Galvano, nome simile a quello di Galgano, vissuto prima dello sviluppo della cultura trobadorica. Secondo gli esperti del laboratorio di bioarcheologia di Padova, alcuni resti mummificati, ritrovati in una cavità sotterranea della Rotonda, appartengono ad un individuo alto 1,77 di provenienza nordica.
Alla luce di quanto sopra appare evidente che la vera ed unica Excalibur è quella visibile a MonteSiepi ed è lì che va cercata l’origine del ciclo letterario dedicato al Santo Graal. - Leonardo Greco
Inserito il 02 Marzo 2010 nella categoria Relazioni svolte
social bookmarking