La dott.ssa Vita Maltese, con una brillante esposizione, ha relazionato sui rapporti che intercorrono tra la psiche e la salute della pelle
Relatore: Dott.ssa Vita Maltese - Dermatologo
Pelle e psiche
Cute e Cervello pur essendo organi diversi e per certi versi 'distanti' hanno una connessione molto forte. Le lesioni cutanee possono, talvolta, rappresentare il marchio visibile della stretta relazione tra mente e corpo ovvero possono essere espressione 'esteriore' di un disagio 'interiore'.
La pelle è un organo privilegiato perché visibile esternamente ed è evidente l’importanza che riveste nella nostra vita di relazione e non è un caso se sia uomini che donne mostrano di avere una 'cura particolare' per questo organo, a prescindere dall’età e dalle condizioni economiche ed anzi sembrerebbe che il crescente aumento dei consumi di prodotti cosmetici e cure estetiche non risenta affatto del clima di austerity.
La pelle rappresenta una specie di guscio protettivo che nasconde ciò che è dentro di noi per svelarlo al momento opportuno. Quando la sofferenza intima non si può esprimere con le parole, i segni cutanei, attraverso un linguaggio 'non verbale' non sempre facile da tradurre o interpretare, parlano per noi. Senza ricorrere ad alterazioni evidenti della pelle come indizio di malattia la pelle parla per noi anche attraverso dei semplici meccanismi fisiologici: arrossiamo per pudore o rabbia, impallidiamo per paura, sudiamo se siamo emozionati ci si rizzano i capelli in testa per uno spavento improvviso.
La dermatologia come specializzazione medica richiede un approccio globale con il Paziente che durante la visita viene osservato, ascoltato, toccato, riuscendo spesso a mettere in evidenza attraverso le lesioni esterne ciò che l’io vuole dire svelando la loro interdipendenza. Questa parte della dermatologia è diventata così importante nella clinica da essere argomento di studio e di ricerca da parte di società scientifiche ed in tutti i congressi di dermatologia si svolge una sessione dedicata alla dermatologia psicosomatica da più di trenta anni.
Studi recenti hanno dimostrato che il 30/40% dei Pazienti che affluiscono in un ambulatorio dermatologico per malattie varie nascondono anche un disagio psichico.
La dermatologia e la psichiatria condividono una branca di studio la psicodermatologia che, grazie agli innumerevoli contributi da ambo le parti rappresenta ad oggi un campo di notevole interesse per tutta la comunità scientifica.
Cute e psiche condividono persino la medesima origine embrionale. La pelle, l’epidermide in particolare (cioè la parte più esterna) origina da una invaginazione del primitivo foglietto ectodermico che a poco a poco si chiude e da cui si sviluppa il neuroectoderma da cui origina il sistema nervoso e tutte quelle parti del corpo che nel corso della vita manterranno un contatto diretto con il mondo esterno.
Pelle e sistema nervoso condividono inoltre una serie di neurotrasmettitori (sostanza P, serotonina, prostaglandine, citochine, proteasi, serotonina ecc, ) secreti congiuntamente che intervengono in tutte le forme di prurito, nelle malattie infiammatorie, nel tono dell’umore.
Si conoscono quadri clinici psichiatrici a prevalente espressività dermatologica e malattie dermatologiche che per le loro caratteristiche, per l’espressività clinica, la cronicità o la recidività, possono determinare ansia o depressione.
Si definiscono dermatosi psicosomatiche le lesioni cutanee reali incise sulla pelle ma che diventano croniche o recidivanti per la costante partecipazione dello stress come fattore scatenante. Il paziente in questi casi esprime la sua sofferenza interiore attraverso le lesioni fisiche che sostituiscono le parole.
Le Psicodermatosi come le Patomimie (lesioni autoindotte che simulano patologie cutanee vere ma insorgono senza alcuna causa apparente e in maniera 'improvvisa') o le Allucinazioni psicogene (lesioni e sensazioni immaginarie percepite come reali) si pongono al confine tra le malattie mentali di competenza dello psichiatra e le malattie dermatologiche di competenza del dermatologo.
Distinguere e riconoscere le malattie dermatologiche dalle psicodermatosi è di fondamentale importanza per l’ opportuno inquadramento diagnostico e la corretta strategia terapeutica.
Malattie dermatologiche comuni come il prurito cronico sine materia, l’alopecia areata, l’acne volgare escoriata, l’iperidrosi, l’orticaria non allergica, alcune particolari forme di psoriasi o di vitiligine, l’eczema seborroico, le aftosi recidivanti, per citarne alcune, rappresentano un ottimo campo di ricerca per spiegare lo stretto rapporto mente-corpo.
Troppo spesso il dermatologo è il primo medico ad essere consultato da Pazienti 'psicodermatologici' proprio perché raramente si ha la consapevolezza del proprio disagio e piuttosto che 'accettarlo' si preferisce ignorarlo e concentrarsi solo su ciò che tutti possono vedere perché evidente, perché esterno.
Per riconoscere l’importanza delle proprie reazioni emotive e per gestirle con maggiore efficacia può essere necessario il supporto di uno psicoterapeuta.
Il prurito, quando non dipende da altre patologie organiche sottostanti, ed il grattamento che ne deriva, può essere espressione di una patologia relazionale figlia del bisogno di essere ascoltati in un mondo in cui troppo spesso, anche in famiglia, si fa fatica a non essere ignorati. Sono segnali 'in codice' del linguaggio segreto della pelle che prova a manifestare le richieste di attenzioni, di aiuto, di amore, che la psiche non riesce a esprimere in modo tradizionale.
Inserito il 08 Gennaio 2014 nella categoria Relazioni svolte
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