Il Magistrato Pietro Pellegrino ha svolto una lectio magistralis sulle problematiche della moderna legislazione. La conferenza ha comportato tre punti di credito per gli avvocati presenti.
Relatore: Dott. Pietro Pellegrino - Magistrato
Si riporta, qui di seguito, l’articolo scritto dall’avv. Leonardo Poma, in occasione della relazione tenuta il 13 maggio dal magistrato Pietro Pellegrino.
Sembra proprio che la Libera Università Tito Marrone sappia indovinare i tempi e i momenti più adatti e congeniali per gli avvenimenti che stiamo vivendo.
E così è stato anche per la conferenza di altissimo livello culturale tenuta dal magistrato trapanese, ma in atto consigliere di corte d’appello a Palermo, Dott. Pietro Pellegrino, non a caso laureato non solo in giurisprudenza ma anche in filosofia con tesi per l’appunto in filosofia del diritto.
Il tema affrontato, davvero arduo e innovativo, è stato seguito con la massima attenzione da tutti i numerosi presenti, fra cui oltre cinquanta avvocati, che, fra l’altro, conseguivano i crediti formativi, così come deliberato dal Consiglio dell’ordine.
E quindi 'le nuove frontiere del post-modernismo giuridico', quale intrigante titolo dell’argomento trattato Ebbene, il relatore anticipò subito, che la sua conferenza non avrebbe inciso sul piano strettamente tecnico professionale degli uditori ma che anzi avrebbe lasciato, alla fine, più dubbi e interrogativi, che certezze.
E, infatti, così come tutto scorre, anche il diritto si evolve oggi sempre più velocemente verso frontiere forse ancora sconosciute.
E Pellegrino traccia velocemente la storia del termine post-modernismo inventato da un architetto americano e usato per la prima volta il 15 luglio 1972 alle ore 15.32, quando una carica di esplosivo fu fatta brillare per abbattere un edificio moderno.
Ma tantissimi gli argomenti trattati, così come la domanda che tutti ci poniamo, ma cos’è il diritto? Il relatore risponde che non c’è una definizione univoca del diritto, o della giustizia, perché esso cambia nei tempi e nei luoghi, finendo con l’incontrarsi o piuttosto scontrarsi con la morale, con l’etica, con i principi religiosi…
E i giudici devono comunque applicare la legge, senza alcun problema morale, in quanto atto normativo che proviene da un legittimo parlamento o comunque autorità statuale, anche se essa non piace e sembra iniqua. Eppure i Romani, duemila anni fa, dicevano che il diritto è ars boni et aequi, quindi un’arte, un valore, quel valore che oggi, secondo le nuove tendenze, va decostruito, degradando a disvalore. E Pellegrino ricorda le famigerate leggi naziste che pur legittimamente emanate – e sembra un assurdo – portarono alla distruzione del popolo ebreo ed altro ancora.
Non è facile, insomma, argomentare sul diritto, si rischia di rimanere delusi e di vedere frustrate le proprie aspettative. E’ sbagliata la cultura del diritto come condotta sociale: esso è sentimento, linguaggio, comunicazione di valori…fantasia, come accade per certe e bizzarre leggi di alcuni paesi che il relatore stesso ha citato, suscitando anche la meraviglia e il sorriso dei presenti.
Il diritto vero – dice Pellegrino – recupera i valori umani e diventa letteratura, cinema, musica, arte…
Ed ancora il brillante relatore ha voluto indulgere su altri aspetti, come il fatto che la lingua italiana derivi dai primi documenti giuridico-notarili del medioevo, dalle poesie della scuola poetica siciliana che alternava i righi degli atti con versi, per non lasciare spazi vuoti, che molte favole dissimulano aspetti del giuridico vivere dei consociati, e che, insomma, alla fine, che la legge merita rispetto, ma fino ad un certo, e che il diritto deve essere flessibile, perché come osservava Cicerone 'summum ius summa iniuria', ma uccidendo così lo spirito della legge stessa. Lunghi e fragorosi applausi hanno acclamao il relatore alla fine della conferenza. Leonardo Poma
Inserito il 13 Maggio 2011 nella categoria Relazioni svolte
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