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Marocco - Africa. Il Parco nazionale di Jbel

La collaborazione scientifico-culturale tra Italia e Marocco in una serie di foto presentati dal prof. Dario Seglie, archeologo di fama mondiale

Relatore: Prof. Dario Seglie - Archeologo

Immagine riferita a: Marocco - Africa. Il Parco nazionale di JbelImmagine riferita a: Marocco - Africa. Il Parco nazionale di JbelL’archeologo Dario Seglie, docente di Museologia al Politecnico di Torino e dell’Università di Tomar, ha illustrato i risultati raggiunti dalla Missione del CeSMAP con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Regione Piemonte. I documenti prodotti costituiscono un prezioso strumento scientifico e rappresentano la prova dell’eccellenza del lavoro svolto per la valorizzazione del patrimonio naturalistico e storico africano.L’Italia pone una particolare attenzione alle collaborazioni internazionali in campo culturale. In tale contesto l’attività delle missioni scientifiche all’estero – in particolare nei paesi dell’area mediterranea – riveste una grande importanza, oltre che per il valore intrinseco, anche quale essenziale strumento di dialogo interculturale.----------------------Una testimonianza dell’eccellente livello di collaborazione scientifico-culturale tra Italia e Marocco, come sottolineano le Autorità Centrali italiane e marocchine, è rappresentata dall’attività svolta tra il 2002 e il 2012 dal CeSMAP – Centro 

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Studi e Museo d’Arte Preistorica di Pinerolo il quale, in collaborazione con l’INSAP – Institut 

National des Sciences de l’Archéologie et du Patrimoine di Rabat, Missioni che hanno portato all’elaborazione del Progetto del Parco Nazionale di Jbel Sarhro, territorio di grande interesse scientifico per lo studio della natura, dell’antropizzazione e dell’archeologia africana. Tale collaborazione tra il CeSMAP e l’INSAP, oltre che per i risultati scientifici conseguiti, si è dimostrata assai proficua sotto il profilo dello scambio di dati e di esperienze, contribuendo in maniera importante all’ulteriore sviluppo dei già ottimi rapporti tra Italia e Marocco.La preparazione e le esperienze specifiche del CeSMAP e degli studiosi partecipanti ed il coinvolgimento di alcune tra le più importanti Università italiane e marocchine, nonché di enti ed istituzioni di prim’ordine, tra cui la Direzione del Parco Nazionale del Gran Paradiso, testimoniano l’eccellenza dei risultati raggiunti. Il progettato Parco Nazionale di Jbel Sarhro, nel Sud – Est del Marocco, inserito tra la catena montuosa dell’Atlante ed il deserto del Sahara, in una zona arida a quote mediamente elevate, comprende la regione delimitata dalla strada nazionale Ouarzazate – Boumalene – Tinrhir – Errachidia – Boudnibe a Nord ed a Sud dalla strada nazionale Ouarzazate – Agdez – Mhamid. Occorre sottolineare che la zona è ben servita dall’aeroporto internazionale di Ouarzazate e da quello di Errachidia in quanto queste infrastrutture sono importanti per il futuro sviluppo del turismo culturale previsto nell’area del Parco.L’area del Parco Nazionale di Jbel Sarhro è costituita da un elevato numero di differenti ambienti naturali cioè di ecosistemi.Attraverso questo Progetto si è voluto anche dar voce ad un discorso di valenza internazionale sulla conservazione degli ambienti naturali ed antropizzati, costruendo un percorso di conoscenza, quindi di rispetto e di valorizzazione nei confronti di un qualsiasi ecosistema, in Africa, in Europa o altrove, per capire che la protezione del patrimonio che abbiamo ereditato è nostro indiscutibile dovere nei confronti dei nostri figli e dei figli dei nostri figli.Il clima del territorio del Parco è di tipo sahariano – desertico, quindi molto arido e povero di precipitazioni.La regione su cui insiste il Parco nazionale del Jbel Sarhro, presenta ricche geodiversità e biodiversità e numerosi micro ambienti; essa rappresenta l’interfaccia tra l’eco-regione mediterranea e quella sahariana, di cui fa parte il territorio che dal Jbel Sarhro va verso l’Hammada du Draa, il grande fiume del Marocco, e verso la frontiera con l’Algeria. Numerosi i corsi d’acqua lungo i quali si trovano anche le uniche aree agricole della regione e gli stessi centri urbani.La temperatura durante il giorno può superare i 50 gradi all’ombra e l’aridità dell’aria permette al calore di disperdersi rapidamente durante la notte e, in conseguenza di ciò, la temperatura si abbassa causando forti escursioni termiche.La desertificazione del Sahara è un fenomeno che risale ad alcune migliaia di anni fa. Ci sono molte testimonianze della presenza di gruppi di cacciatori e allevatori che un tempo, insieme a molti animali e vegetali, rendevano il Sahara brulicante di vita, ricco di acque e coperto di vegetazione. Ne sono testimonianza migliaia e migliaia di rappresentazioni rupestri che offrono un quadro vivido della vita preistorica nel Sahara.In alcune zone del Sahara il processo di desertificazione è ancora oggi una realtà che interventi umani come allevamento intenso, agricoltura itinerante, deforestazione, rendono più rapido, richiedendo energiche quanto difficili azioni di lotta a questo incalzante fenomeno.Le oasi, che costituiscono un vero e proprio sistema, sono gli unici punti del Sahara dove è possibile praticare attività agricole e creare insediamenti fissi che a volte arrivano ad ospitare migliaia di persone; sono anche delle stazioni importanti per gli spostamenti lungo le piste carovaniere che da millenni attraversano il deserto.La coltivazione nelle oasi fornisce una discreta varietà di prodotti: ortaggi, legumi, cereali, mandorli, olivi, agrumi, fichi, melograni e soprattutto palme da datteri.Con la geologia, la flora e la fauna endemica sono trattate nel Progetto in quanto peculiari di quest’area e di insospettabile grande interesse.L’antropizzazione, dagli innumerevoli tumuli preistorici, all’arte rupestre presente in migliaia di siti con le superfici istoriate, fino all’architettura tradizionale in terra battuta (adobe) caratterizzante la case dei villaggi e le kasbah fortificate, è un altro tratto caratteristico e di estremo interesse per questo territorio.Lo studio multidisciplinare affrontato permette di apprezzare e valutare la ricchezza in termini di natura e di cultura di un lembo di Africa di misconosciuta sfolgorante bellezza; terre antichissime e favolose.--Prof. Dr. Dario Seglie - Direttore delle Missioni scientifiche Italo-Marocchine in Africa (2002 - 2012) - Direttore del CeSMAP – Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica - Museo Civico di Archeologia e Antropologia, Città di Pinerolo - Politecnico di Torino, Corso di Museografia IFRAO-UNESCO-ICOM Liaison Officer

Autore Legre

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Inserito il 27 Aprile 2018 nella categoria Relazioni svolte