Logo generale del sito:Libera Università 'Tito Marrone' Trapani

Libera Università Tito Marrone > Relazioni svolte > Lingua e dialetto

Il logo della sezione del sito denominata  Lingua e dialetto

Lingua e dialetto

Il problema del rapporto della lingua nazionale con i vari dialetti e stato affrontato dal prof. Antonino Tobia

Relatore: Prof. Antonino Tobia - Letterato

Lingua e dialetto
Relazione del Prof. Antonino Tobia - Letterato
- 27 ottobre 2009 -

Il problema del rapporto della lingua nazionale con i vari dialetti e stato affrontato dal prof. Tobia sotto il profilo storico-linguistico, sociologico e letterario.
La conversazione ha preso l’avvio dal trattato sulla lingua volgare di Dante e, attraverso un rapido excursus storico sulla questione della lingua, il relatore ha messo in evidenza l’ampio e
contrastato dibattito che ha avuto come protagonisti Leon Battista Alberti, il Bembo, Melchiorre
Cesarotti, Alessandro Manzoni, per citare i piu importanti. Ha quindi sottolineato
i contributi linguistici, morfologici e sintattici che dopo l’unita d’Italia sono giunti dall’esperienza
verista, da scrittori come Carlo Emilio Gadda, Pier Paolo Pasolini, il neorealismo,
fino allo sperimentalismo provocatorio di Andrea Camilleri dei giorni nostri.
Il relatore ha focalizzato, poi, l’attenzione sui fenomeni che hanno favorito il diffondersi della lingua letteraria a discapito dei diversi dialetti regionali e locali: la I° guerra mondiale, la scuola, i movimenti interni delle popolazioni meridionali, il fascismo, la radio, il cinema, la televisione.
Ma qual è oggi il rapporto lingua-dialetto?
Dopo l’unita d’Italia, solo il 3% della popolazione italiana conosceva la lingua letteraria e con difficolta riusciva a usarla nelle conversazioni, se e vero che il primo re d’Italia usava abitualmente esprimersi in piemontese o in francese.
Ma nel corso degli anni l’italiano s’e diffuso per necessita, consacrato dalla storia, dal prestigio degli autori che da Dante in poi hanno scelto la lingua toscana, dalla necessita di riconoscersi attraverso una stessa lingua nell’amministrazione pubblica, nell’istruzione, negli atti ufficiali e scritti. La lingua italiana, forte della sua oralita e della sua visibilita scritta, relego a livello di dialetto tutte le lingue regionali, riducendone sempre piu gli spazi.
Ma oggi ha senso ancora insistere sulla difesa dei dialetti? La risposta e affermativa se si considera il dialetto come uno strumento capace di soddisfare le esigenze espressive quotidiane, familiari, affettive e, perche no, anche artistiche di un individuo. Se da una parte, pero, il dialetto non deve essere marchiato di inferiorita rispetto alla lingua ufficiale, d’altro canto non puo diventare strumento di degenerazioni autonomistiche o separatistiche.
Se la lingua unisce i popoli, il dialetto non puo essere usato per dividere, ma essere vissuto
come elemento identitario, vivo se spontaneo, interessante se non assoggettato a norme e a
circolari ministeriali che ne impongano l’insegnamento.
Solo se conservera la sua dinamicita il dialetto continuera a vivere e ad essere sentito come parte integrante della cultura di un gruppo sociale. Il dialetto,
quindi, accanto alla lingua e non contro. Oggi molti dialetti, tra cui il siciliano, si sono affermati in aggiunta alla lingua ufficiale fornendo una sorta di diglossia che molti vivono, indipendentemente dall’appartenenza sociale e del grado di formazione culturale, il che favorisce l’uso di varie funzioni e registri linguistici, senza la preoccupazione di apparire poco colti. Del resto, la lingua ufficiale non puo considerarsi un veicolo di comunicazione fissato entro norme e limitata da un vocabolario con un numero fisso di lemmi.
La lingua letteraria e la lingua ufficiale comunicano necessariamente con i dialetti sia sul piano fono-morfologico e sintattico, sia ancor piu sul piano lessicale. Da questo rapporto la lingua letteraria trae la sua vivacita espressiva, la sua duttilita e la sua ricchezza comunicativa.
Dietro l’angolo c’e pero il pericolo incombente di volere opporre il dialetto alla lingua ufficiale, con intenti e aberranti scopi politici che sanno di rigurgiti medievali. La conoscenza della lingua ufficiale e l’utilizzo delle sue funzioni rende il cittadino libero e uguale agli altri, la padronanza di una lingua dialettale puo essere un ulteriore arricchimento delle sue capacita comunicative se e vista ad includendum e non ad excludendum.
Se e possibile raggiungere elevati traguardi artistici con l’uso del dialetto in letteratura, e pur vero che il circuito dei lettori e molto ridotto, perche gli spazi di una parlata locale sono limitati e non esiste una koine linguistica dialettale all’interno di una stessa regione, anche se unita dalla medesima storia e dalle stesse tradizioni.
Si ami il dialetto, ma si ami ancor di piu la lingua che ci fa sentire italiani.
Il relatore ha concluso il suo intervento con una ampia esemplificazione di termini dialettali, che consentono una ricostruzione storica della civilta siciliana e che, allo stesso tempo, rivelano alcune inversioni semantiche avvenute nello svolgimento diacronico della lingua.
Leonardo A. Greco

 


 

Autore Prof-Greco

social bookmarking

  • Relazioni svolte, Lingua e dialetto, universita, formazione, attivita, Trapani in Facebook
  • Relazioni svolte, Lingua e dialetto, universita, formazione, attivita, Trapani in Twitter
  • Relazioni svolte, Lingua e dialetto, universita, formazione, attivita, Trapani in Google Bookmarks
  • Relazioni svolte, Lingua e dialetto, universita, formazione, attivita, Trapani in del.icio.us
  • Relazioni svolte, Lingua e dialetto, universita, formazione, attivita, Trapani in Technorati

Inserito il 27 Ottobre 2009 nella categoria Relazioni svolte