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Le ragioni di Elettra in Sofocle

Un'indagine del dott. Giuseppe Abbita. Quali sono i motivi che spingono Elettra a desiderare ardentemente la morte della madre?

Relatore: Dott. Giuseppe Abbita

<_div>Elettra odia la madre solo perché Clitemestra ha ucciso suo padre Agamennone? <_div>L’odio verso la madre e l’identificazione col padre hanno dato nome in psicoanalisi, per merito di Carl Jung,al cosiddetto complesso di Elettra, che è il corrispondente femminile del complesso di Edipo.Il «complesso di Elettra» rappresenterebbe l’attaccamento geloso per il padre da parte della figlia femmina, che vede nella madre una rivale e inconsciamente la vorrebbe eliminare.Inoltre essa inconsciamenteinvidia il sesso maschile, simbolo del potere, ed accusa nel suo inconscio la madre per non averglielo dato. In questa tragedia, il vero conflitto è tra la Legge dello Stato che  vieta e punisce i delitti di sangue, per i quali era stato istituito un apposito tribunale, l’Areopago, e la Legge della famiglia, che obbliga a vendicare il morto dentro le mura domestiche.Ma c’è dell’altro! Gli usurpatori, Clitemestra ed Egisto, hanno tolto ad Elettra il potere e la ricchezza.L’azione del dramma si focalizza, in altre parole, sull’eredità del re Agamennone piuttosto che sulla sua morte, sull’operazione politica messa in atto dalla regina e dal suo amante piuttosto che sulla memoria del morto.L'interpretazione in chiave etica di questa tragedia condurrebbe peròa legittimare il matricidio.Ma è ovvio che l’Atene democratica non poteva  approvare il matricidio, ritenuto un atto sanguinoso e primitivo.Assistiamo quindi, in tutto il dramma,al tentativo, da parte di Sofocle, di distrarre l’attenzione dal matricidio di Clitemestra. Sofocle, passo passo, ne delegittima lo status naturale di madre.E se un’interpretazione del dramma in chiave etica è quindi improponibile, si fa strada un’altra chiave di lettura: una lettura in chiave politica. <_div>Alcuni elementi, presenti nella tragedia, porterebbero a privilegiare tale ipotesi.Innanzitutto il tirannicidio e la riconquista della libertà.Elettra non è scesa a compromessi con il potere, il suo è un forte anelito alla libertà e non ha paura di dire apertamente ciò che pensa.Si può quindi legittimamente pensare che la chiave di lettura più corretta dell'Elettra di Sofocle sia quella politica, che vede in questa  tragedia una sorta di metafora politica legata al ripristino violento della democrazia e della libertà dopo il colpo di stato dei Quattrocento.La saga di pelopidi fu affrontata in maniera differente dai tre grandi tragici.A parte le diverse varianti del mito, apportate dagli autori, anche la modalità del racconto differisce tra l’uno e l’altro.Se infatti nell’Orestea di Eschilo, il mito  si fonde con lo stesso corpo della trilogia, e mitico è quindi il modo della finzione, e se, d’altra parte, in Euripide, la modalità del racconto è una modalità, per così dire, ironica, evidente soprattutto nelle prove del riconoscimento, ridicolizzate dal corrosivo e lucido raziocinare di Elettra, Sofocle, con una modalità direi romantica, sposta la volontà dagli dei all’uomo e  rivendica per quest’ultimo uno spazio di azione che lo coinvolge come soggetto attivo e responsabile.Gli dèi, in questa tragedia, sembrano eclissati. La volontà è tutta, terribilmente, umana.Nel primo stasimo dell’Antigone, una delle pagine più belle della letteratura universale, il coro di vecchi tebani descrive l’uomo e le sue mirabili conquiste. Sfruttando l’ambiguità semantica di deinòs, Sofocle fa dire al coro:πολλὰ τὰ δεινὰ κοὐδὲν ἀνθρώπου δεινότερον πέλει <_div>molte sono le cose degne di meraviglia, ma nulla è più tremendo dell’uomo e, più avanti,ora al bene, ora al male s'incammina.E forse, al di là di tutte quante le  ragioni, ragioni mitiche, ragioni psicanalitiche, ragioni politiche, le vere ragioni di Elettra e di Sofocle sono quelle di ricordarci che l’uomo,questo strano essere, che irrompe all’improvviso, creativo e devastante, nel ritmo della natura, ora nobilitando, ora distruggendo, ora trasformando il mondo che lo circonda, la vita e l’identità propria e degli altri esseri umani, ora creatura fatta a immagine e somiglianza di Dio, ora virus mutante, violento e recidivo, è capace delle cose più straordinarie e,nello stesso tempo, ahimè, delle cose più terribili!

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Autore Prof-Greco

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Parliamo di: elettra

Inserito il 10 Marzo 2017 nella categoria Relazioni svolte