A cura del dott. Giuseppe Abbita, concluso il ciclo di incontri sulle rappresentazioni classiche di Siracusa
Relatore: Dott. Giuseppe Abbita
Preceduta da un’ampia introduzione del prof. Antonino Tobia, la relazione del dott. Giuseppe Abbita sulla Medea di Seneca, ha concluso il ciclo di incontri sulle rappresentazioni classiche di Siracusa che la 'Tito Marrone' ha indetto in occasione del 150° anniversario del Liceo Classico L. Ximenes. Semplice, essenziale come una chiesa romanica è stata definita la Medea di Euripide; ricca, ridondante come una cattedrale barocca la Medea di Seneca. Come ricca, abbondante di particolari e corredata da una originale e pertinente iconografia è stata la godibilissima relazione del dott. Abbita.Il relatore si è soffermato in particolare sul personaggio di Medea, autentica negazione del sapiens stoico, sulla fenomenologia dell’ira e delle passioni, sulla pietas romana, sull’empietà, sul supplizio riservato dai romani ai genitori colpevoli dell’uccisione dei propri figli.Una parentesi botanica è stata anche dedicata alle erbe velenose del monte Erice utilizzate da Medea per i suoi incantesimi.Autentiche emozioni ha per ultimo riservato al folto pubblico presente, il relatore , con la lettura dei brani salienti del dramma in cui il personaggio abbandona progressivamente tutto ciò che ha acquisito dalla sua umanità, prima di raggiungere la purezza originaria, sublime e fascinosa della maga selvaggia, solitaria, violenta e crudele e separarsi dal mondo degli uomini, ma anche dal cielo degli dei, per sparire in una sorta di limbo abitato solo da lei.'Va’ per gli spazi dell’eccelso etere; - testare nullos esse, qua veheris, deos- testimonia che per dove tu passi, non ci sono dei'.La relazione si è conclusa con gli interessanti contributi del prof. Nello Castelli e del magistrato Gioacchino Mitra.Un lunghissimo, interminabile applauso ha decretato il successo dell’indimenticabile serata.
Inserito il 13 Maggio 2015 nella categoria Relazioni svolte
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