Logo generale del sito:Libera Università “Tito Marrone“ Trapani

Libera Università Tito Marrone > Relazioni svolte > Inaugurato il XVI anno accademico

Il logo della sezione del sito denominata  Inaugurato il XVI anno accademico

Inaugurato il XVI anno accademico

Sabato 22 ottobre 2022 - Con la prolusione del presidente, prof. Antonino Tobia, la Libera Università di Trapani ha avviato le attività culturali del nuovo anno

Relatore: Archeologa Pamela Toti - Direttrice del Museo Whitaker di Mothia

Immagine riferita a: Inaugurato il XVI anno accademicoAlla presenza di un pubblico assai numeroso, la Libera Università di Trapani ha inaugurato il nuovo anno accademico con la dotta relazione della  archeologa Pamela Toti: "Arrivarono dei Fenici, famosi navigatori, furfanti..." La relatrice ha ripercorso la storia dell’isola di Mothia, illustrandone le numerosissime ricchezze culturali attraverso una feconda passeggiata nel territorio.Ad inizio della serata il Coro dell’Università si è esibito nel celebre "Va pensiero" di G. Verdi. Dopo la relazione della dott.ssa Toti, gli iscritti dell’Università hanno applaudito il concerto per chitarra del maestgro Claudio Terzo che ha suonato brani di Fernando Sor, Johan Kaspar Mertz, Heitor Villa-Lobos, Antonio Carlos Jobim e George Gershwin. Preliminarmente il prof. Antonino Tobia aveva ripercorso la storia e gli scopi della nostra Istituzione con la prolusione che qui si riporta:

"Care  amiche, cari amici, gentili ospiti,

questa sera siamo qui riuniti per inaugurare il XVI Immagine riferita a: Inaugurato il XVI anno accademicoImmagine riferita a: Inaugurato il XVI anno accademicoImmagine riferita a: Inaugurato il XVI anno accademicoanno accademico della Libera Università 'Tito Marrone'. La presenza di tutti noi manifesta la stima e l’affetto reciproco che in tanti anni il nostro sodalizio è riuscito a creare. Ciò è motivo di gioia e di speranza. Dopo 16 anni di intensa attività socio-culturale, siamo convinti di aver contribuito a suscitare nuovi stimoli ad apprendere o ad approfondire le tematiche più diverse che insigni relatori provenienti dal mondo accademico o esperti di  varia umanità ci hanno proposto. Ma soprattutto la L. U. è diventata la casa comune per socializzare,  confrontarci e sentirci partecipi della realtà quotidiana.

Dopo sedici anni ci sentiamo non più vecchi ma più antichi. La vecchiaia appartiene allo scorrere del tempo e travolge uomini e cose. Noi siamo solo piùantichi, nel senso etimologico dell’aggettivo che fa riferimento a chi è nato ante rispetto a chi è venuto post. L’essere nati prima ci ha consentito di attraversare anni di storia e di essere passati da un secolo ad un altro, da un millennio ad un altro. Abbiamo attraversato gli anni del secolo breve che ci ha visto crescere, svilupparci economicamente, progredire intellettualmente. Siamo i figli di una rivoluzione mai prima vissuta. Molti di noi sono passati dal calamaio al moderno tablet.

Noi, nati prima, abbiamo faticato ad inseguire gli sviluppi della incalzante modernità, e continuiamo a guardare con piacevole stupore la facilità con la quale  i giovani apprendono i nuovi linguaggi.  La tecnologia non può e non deve creare un iato tra le generazioni, perché il nuovo ha bisogno delle radici per svilupparsi.  Seniores e iunioresdebono dialogare, i prime ne senescant, gli iuniores ut meliuscrescant. Può sembrare strano, ma spetta ai seniores aiutare i giovani a nutrire la speranz nel futuro, trasmettere in loro l’ottimismo della vita e aiutarli a far lievitare i talenti che la natura ha concesso a ciascuno. Abbiamo attraversato due anni di terribile pertilenza , che se ha colpito nel fisico maggiormente le generazioni più vecchie, è vero che i giovani sono quelli che più hanno sofferto psicologicamente, essendo impediti dalle tante forme di coercizione che hanno inciso sulla loro personalità e la formazione culturale.

Nel 700 a.C. il poeta greco Esiodo affermava: «Non nutro più alcuna speranza per il futuro del nostro popolo, se deve dipendere dalla gioventù superficiale d’oggi, perché questa gioventù è senza dubbio insopportabile, irriguardosa e saputa. Quando ero ancora giovane mi sono state insegnate le buone maniere ed il rispetto per i genitori: la gioventù d’oggi invece vuole sempre dire la sua ed è sfacciata» (Le opere e i giorni).

Si tratta dei soliti rumores di chi non si sente più giovane, dei laudatorestemporisacti, voci dei senumseveriorum, direbbe il giovane Catullo.

Platone, nel Libro VIII della Repubblica, afferma: «Oggi il padre teme i figli. I figli si credono uguali al padre e non hanno né rispetto né stima per i genitori. Ciò che essi vogliono è essere liberi. Il professore ha paura degli allievi, gli allievi insultano i professori; i giovani esigono immediatamente il posto degli anziani; gli anziani, per non apparire retrogradi o dispotici, acconsentono a tale cedimento e, a corona di tutto, in nome della libertà e dell’uguaglianza, si reclama la libertà dei sessi».

Sembrano considerazioni, commenti, lamentele scritte oggi. Si tratta invece degli stessi luoghi comuni di chi non accetta lo scorrere del tempo, di chi non guarda ai giovani con affetto e riguardo, invidiando o rifiutando la freschezza delle loro idee, il grido della loro vibrante protesta rivolta proprio alle generazioni precedenti la loro che non sempre hanno rispettato la casa comune, dilapidando i beni che la natura ci ha offerto in comodato uso con l’obbligo morale di trasferirli a chi verrà dopo. Il mondo dei nostri giovani non va guardato con sospetto ma indagato con attenzione, oggi più di ieri date le condizioni difficili in cui essi sono costretti a vivere, privi spesso del sostegno familiare, trascurati da chi governa, esposti ai pericoli di una umanità sempre più violenta e insensata.

 

Se le generazioni non avessero dialogato fra di loro, trasferendo il testimone della storia gli uni agli agli altri, oggi non avremmo l’onore e il piacere di stare insieme alla dott.ssa archeologa Matia Pamela Toti, direttrice del museo Whitaker di Mozia. Ascolteremo quindi con attenzione e gratitudine la sua dotta relazione sui Fenici, famosi navigatori, ma anche, a detta di  Odisseo furfanti e fedifraghi."

Autore Legre

social bookmarking

  • Relazioni svolte, anno 2022/23 inaugurazione Libera Università di Trapani in Facebook
  • Relazioni svolte, anno 2022/23 inaugurazione Libera Università di Trapani in Twitter
  • Relazioni svolte, anno 2022/23 inaugurazione Libera Università di Trapani in Google Bookmarks
  • Relazioni svolte, anno 2022/23 inaugurazione Libera Università di Trapani in del.icio.us
  • Relazioni svolte, anno 2022/23 inaugurazione Libera Università di Trapani in Technorati

Inserito il 22 Ottobre 2022 nella categoria Relazioni svolte