Il prof. Antonino Tobia, Presidente dell'Istituzione, ha rivolto una dotta allocuzione al folto pubblico presente. E' seguito un applauditissimo concerto del pianista Giuseppe D'Angelo e del soprano Simona Guaiana
Relatore: Prof. Antonino Tobia
Care amiche, cari amici e sodali, è con gioia che ci ritroviamo insieme per percorrere le nuove esperienze dell’undicesimo anno accademico della Libera università. Ho voluto usare il verbo percorrere perché la nostra vita è un modo di camminare sia fisicamente sia spiritualmente. Lo strumento che abbiamo scelto per incamminarci verso mete sempre nuove è stata e continua ad essere la conoscenza, attraverso la quale ci si rende liberi. Facsapias et libereris. Per meglio spiegare questo logos che campeggia nel nostro vessillo accademico ci viene incontro l’allegoria della Caverna di Platone, che rappresenta il cuore della filosofia occidentale. Il filosofo greco nella Repubblica immagina dei prigionieri legati in una caverna, incatenati e immobilizzati nel corpo fin dall’infanzia. Non possono quindi muoversi né camminare. Non hanno alcuna conoscenza del mondo. Possono soltanto vedere dinanzi a loro delle immagini proiettate sulla parete che sta loro di fronte. La realtà per questi individui è fatta perciò di ombre. Il mondo reale nella sua tridimensionalità sfugge alla loro conoscenza. C’è chi si accontenta di vivere di ombre, di nutrirsi della proiezione del reale che altri gli somministrano, c’è invece che vuole liberarsi dalle catene, vincere la propria immobilità e mettersi in cammino. Ma uscire dal buio della caverna comporta una certa sofferenza perchéla vista non è abituata alla luce, a guardare il sole, a prendere contatto con la realtà. Da qui comincia il lento cammino verso la verità, un cammino indefinito e infinito, dove ciascuno sceglie il suo percorso. L’importante è camminare, abituarsi ad andare avanti e a superare di volta in volta le conquiste che si sono raggiunte, affinché il mondo delle apparenze che ipnotizza gli occhi ceda il posto alla verità del mondo reale che ciascun individuo libero può conquistare se è messo nelle condizioni di procedere nel suo cammino interiore. Il pensiero è nemico della immobilità. In una sua recentissima pubblicazione, La passeggiata di Kant, il filosofo francese Roger – PolDroitscrve:Questo percorso verso la luce del vero è una questione di marcia, di sforzo di mettere un piede davanti all’altro, un’idea dopo l’altra. Uscire dalla nostra prigionia iniziale esige un cammino spirituale e intellettuale, simile alla marcia fisica, tratto per tratto, nei minimi particolari ( ed. Ponte alle Grazie, 2017 p. 43. L’obiettivo della Libera Università non si arresta ad indicare nuovi orizzonti al di là delle false immagini, ma agisce in modo che il sapere permetta di organizzare la vita comune, di socializzare, di istaurare quei rapporti di amicizia e di affettuosità che aiutano ad umanizzare le nostre coscienze e a farci capire che né l’individualismo né l’egoismo né le forme aberranti degli attuali istinti nazionalistici potranno assicurare la pace nel mondo e il cammino verso un’umanità che aspiri a forme di globalizzazione ereditate dalla cultura della ragione illuministica.-Prof. Antonino Tobia
Inserito il 21 Ottobre 2017 nella categoria Relazioni svolte
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