Il dott. Giorgio Cannata ha ricordato il dramma vissuto da oltre 15.000 bambini nel campo di Terezin, in transito verso il lager di Auschwitz
Relatore: Dott. Giorgio Cannata
Di seguito si riporta il commento che ha illustrato le immagini presentate dal Relatore.
Il nostro viaggio inizia a Terezin un campo di transito verso il lager di Auschwitz, qui i deportati si sono aggrappati alle arti quali la musica, la poesia, e la pittura . . .Era un modo per esorcizzare il dramma e per lasciare traccia del loro percorso, essendo coscienti che quella era la penultima fermata, che li avvicinava al capolinea della loro esistenza . . . Molti erano Bambini. Tristemente famoso come il lager dei bambini perché degli oltre 15.000 che vi avevano fatto ingresso, finita la guerra solo poco più di cento erano sopravvissuti. I loro autori sono per la gran parte bambini dai 10 ai 14 anni.Non ci sono immagini forti, non ci sono cumuli di scheletri, ma i 4.000 disegni come le 66 poesie, hanno senza dubbio lo stesso effetto.Nascoste fortunosamente dalla distruzione nazista, sul finire della guerra e recuperate, sono oggi custodite nel museo ebraico di Praga.A Terezin non solo venivano separati gli uomini dalle donne, ma anche i bambini e le bambine vivevano in case separate. Si trattava di gruppi da 15 fino a 40 bambini, affidati ad adulti che spontaneamente si offrivano per questo compito. Nella maggior parte dei casi si trattava di persone fornite di una preparazione pedagogica, di insegnanti rimossi dal loro ruolo a causa delle leggi razziali. In ogni casa, accanto agli educatori, c’era un medico, un’assistente e del personale ausiliario. Vista così, sembrerebbe una situazione felice! Ma insegnare ai bambini era proibito e chi fosse stato scoperto a farlo sarebbe finito nei trasporti verso Auschwitz.Anche la presenza del medico e dell’infermiera era vanificata dalla mancanza di medicine e di strumenti.La Grande e la Piccola Fortezza cessarono di essere teatro di mostruosità l’8 maggio del 45, quando le truppe dell’armata rossa la raggiunsero.Al suo interno, i soldati trovarono circa 16’000 persone, molte delle quali erano malate di tifo a causa di un’epidemia che infuriava da tempo. Per questo motivo, i prigionieri dovettero aspettare 6 settimane prima di poter abbandonare definitivamente il luogo della loro mostruosa prigionia. Oggi, è un grande museo aperto al pubblico.In questo video A Terezin Kurt Gerron (regista olandese prigioniero nel campo) fu costretto a girare un falso documentario in cui si mostrava come gli Ebrei ricevessero un trattamento dignitoso.Brundibar, una operetta di Hanus Krasa, molto amata dai bambini di Terezin, Fu l’unica che poté essere rappresentata in forma teatrale, con scene e costumi. Venne replicata 55 volte e il livello dello spettacolo era tanto elevato, che fu inserita nel documentario di propaganda "Hitler dona una città agli Ebrei".In quell’occasione, "Brundibàr" venne rappresentata in un teatro vero e proprio. Finite le riprese, Hanus Krasa, quasi tutti i membri dell’orchestra, i collaboratori, i bambini che avevano partecipato vennero deportati ad Auschwitz. la trama è semplice, l’unione dei bambini riesce a sconfiggere il perfido Brundibar (nella realtà Hitler) Ilse Weber Ilse Herlinger Weber, autrice affermata di letteratura per bambini e programmi radiofonici (fiabe trasmesse alla radio), aveva 39 anni quando fu deportata a Theresienstadt nel 1942.Fu lei stessa a chiedere di potersi occupare dei bambini malati rinchiusi in quel campo; in ognuno di loro vedeva i suoi due figli, Hanuš, mandato a soli otto anni in Svezia, in salvo presso la sua più cara amica, e Tomáš, più piccolo, costretto a condividere l’amara sorte dei suoi genitori.Molte delle sue composizioni, cariche di struggente nostalgia, sono dedicate a Hanuš; altre ai bambini di Terezin; altre ancora ci rappresentano ciò che provava, vedeva e viveva all’interno di quel quotidiano inferno. Nei primi di ottobre del 1944, un gruppo di internati del campo di Terezin ricevette l’ordine di salire su un convoglio destinato ad Auschwitz. Fra questi vi era anche Ilse Weber, insieme a suo figlio Tommy e ad altri quindici bambini malati dell’infermeria dei quali si prendeva cura.Quando Willi Weber, marito di Ilse, detenuto nello stesso campo, venne destinato ad Auschwitz, prima di partire nascose sotto terra in tutta fretta, nel capanno degli attrezzi, più di sessanta fra poesie e canti che la moglie Ilse aveva composto nei due anni di internamento a Terezin. Queste composizioni testimoniano le innumerevoli tragedie di tanti bambini e anziani che si sono consumate in quel campo di concentramento.A Terezin, dunque, c’era una tomba che custodiva poesie; forse altri versi giacciono sepolti in altri campi, versi che nessuno può leggere, perché sono morti coloro che li hanno scritti. In questo caso però sono stati ritrovati, non da Ilse, eliminata assieme a tutti i suoi piccoli malati nei gas di Auschwitz, ma da suo marito, scampato all’olocausto.Vogliamo immaginare che Willi si sia salvato perché la sorte lo aveva destinato a tornare a Terezin per scavare tra le macerie del capanno e riportare alla luce e a noi le parole, i versi e gli spartiti musicali che la moglie aveva composto durante i due anni di internamento.Quelle poesie sono ora diventate patrimonio comune dell’umanità.Erano parole di conforto e di speranza per i detenuti che le imparavano a memoria e vi si aggrappavano; luce nel buio profondo di quel Lager che la storia ricorderà come il Lager dei bambini.Sono ninne nanne, filastrocche, versi nati nelle notti insonni che Ilse passava in infermeria accanto ai piccoli malati, dopo le lunghe giornate trascorse ad accudirli con lo stesso amore che avrebbero avuto le loro madri se fossero state con loro.nella parte finale lo Yad Vascem di Gerusalemme e visiteremo il memoriale dei bambini, una sala avvolta dalle tenebre e tante fioche lampade che ricordano i bambini della shoa 'Luce nelle tenebre ' vedremo l’albero della vita che Hitler, con tutta la sua forza e brutalità non riuscì a spezzare. Giorgio Cannata
Inserito il 26 Gennaio 2016 nella categoria Relazioni svolte
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