Una interessante rivisitazione a cura della prof.ssa Mattia Badalucco
Relatore: Prof.ssa Mattia Badalucco
Si riporta qui di seguito la relazione della prof.ssa Badalucco
Desidero iniziare col farvi ascoltare le parole di presentazione del Gattopardo da parte di Gioacchino Lanza figlio adottivo di 'Lampedusa' (come lo definisce Salvatore Savoia uno dei critici più accreditati della letteratura siciliana).
Se un libro conserva un posto nel cuore del pubblico, e nel caso del Gattopardo esso è rimasto nel cuore dei lettori del mondo intero, significa che i tratti apparsi all’inizio legati alla storia personale dell’autore, del suo ambiente e del suo paese, sono stati invece suscettibili di innescare nei lettori un potenziale di partecipazione imprevedibile: significa che tanti uomini di diversa origine ed esperienza, hanno potuto riconoscersi nei temi e negli eroi del romanzo. Ma prima di entrare nel clou del racconto del romanzo, desidero focalizzare il momento storico nel quale è ambientato. Guardiamo le foto di Quarto e delle due Navi Piemonte e Lombardo fornite dalle Società Florio e Rubattino, sulle quali si imbarcarono i mille per la spedizione verso la Sicilia.
Ma perché Garibaldi venne in Sicilia? Guardiamo l’itinerario garibaldino: Marsala, Salemi, Calatafimi (15 maggio), Milazzo (luglio), Napoli (7 Settembre). È in questo contesto che si realizzerà l’Unità d’Italia dopo l’incontro di Teano 26 ottobre 1860. In Italia nella primavera del 1960, dopo le prime annessioni la situazione politica era molto fluida e lo stesso Cavour cominciava a pensare alla possibilità di una unificazione della Penisola. Le difficoltà tuttavia erano notevoli perché la Francia non avrebbe accettato un attacco piemontese contro lo Stato Pontificio e il Regno Borbonico difeso sul piano diplomatico dalla Russia l’avrebbe ostacolato; l’Austria dal canto suo avrebbe potuto approfittare di ogni passo falso per reinserirsi nel gioco politico italiano. Ma il problema più grave consisteva nel fatto che l’Armistizio di Villafranca e la cessione alla Francia di Nizza e della Savoia aveva screditato la politica sabauda presso l’opinione italiana per cui nella primavera del ’60 sembrava più facile una iniziativa democratico-repubblicana che trovava il suo riscontro nel 'partito d’azione' il quale aveva il vantaggio di potere agire al di fuori di ogni impedimento diplomatico e contava sull’enorme popolarità di Garibaldi. Il Partito d’Azione era un gruppo di persone accomunate dalle medesime finalità e idealità politiche ed era un organismo di agitazione e propaganda cui facevano capo sia i repubblicani mazziniani sia i democratici decisi all’azione come Pisacine e Garibaldi a dare l’avvio furono gli eventi siciliani dell’aprile del ‘60 contro il sovrano Francesco II di Borbone a Palermo. Il partito d’azione convinse Garibaldi ad agire direttamente in Sicilia. Ai primi di maggio del ’60 Garibaldi passava all’azione con i suoi Mille che il 5 Maggio si imbarcavano da Quarto. Il numero esatto era di 1088 uomini più una donna Rosalia Motmasson (che era la moglie d i Francesco Crispi, uno dei capi della sinistra democratica). I 1088 volontari erano: lombardi (434), veneti (194), liguri (156), toscani (78), siciliani-palermitani (45) che avevano avuto noie con la giustizia truffando il Lotto.
Garibaldi assunta la dittatura in nome di Vittorio Emanuele marciò verso l’interno, raggiunse Salemi poi Calatafimi dove ingaggiò una tremenda battaglia contro i borbonici (15 maggio). Puntò poi su Palermo, proseguì per Milazzo dove incontrò ancora i borbonici (luglio 1860) infine passò lo stretto e si dirigesse direttamente a Napoli dove sconfisse definitivamente i Borboni.
Franceschiello si rifugiò a Gaeta. Punto oscuro della spedizione resta Bronte dove Nino Bixio fece fucilare e arrestare in massa alcuni contadini che si era ribellati per non aver ricevuto le terre promesse da Garibaldi.
Il Cavour quindi proclamò il plebiscito e le terre conquistate da Garibaldi vennero annesse all’Italia. Nasce il Regno d’Italia dopo l’incontro di Garibaldi a Teano con Vittorio Emanuele.
INTRODUZIONE AL ROMANZO
'Cambiare tutto per non cambiare niente' come si evidenzia dal filmato del Gattopardo di Visconti, sono le parole pronunziate da Tancredi Falconeri per persuadere lo zio Principe di Salina della validità del suo arruolarsi.
BIOGRAFIA
Ma chi era Lampedusa?
1896 - Nasce il 23 dicembre a Palermo, a Palazzo Lampedusa, secondogenito di Giulio e Beatrice Mastrogiovanni Tasca e Filangeri di Cutò. Trascorre l’infanzia dorata dei fanciulli 'vestiti alla marinara' di buona famiglia, tra Palermo e le lunghe estati nella casa materna di Santa Margherita Belice. Con la famiglia viaggia per l’Europa, soggiorando a lungo a Parigi.
1914 - Conseguita la maturità classica al Liceo Garibaldi di Palermo, si iscrive (prima a Roma e poi a Torino) alla Facoltà di Giurisprudenza. Non concluderà mai gli studi.
1915 - E’ chiamato alle armi, allo scoppio della prima guerra mondiale: volontario di un anno pagando L. 1.500 in un corpo preferito (artiglieria) a Messina.
Prigioniero degli Austro-Ungarici, evade nel mese di novembre e raggiunge fortunosamente casa (1917 dopo Caporetto).
1925-30 - Si conclude una lunga fase di pigrizia parlerminata, nella quale aveva sviluppato la sua conoscenza delle letterature straniere con una serie di viaggi in Europa, alcuni da solo, altri in compagnia del cugino Lucio Piccolo.
1930-31 - Conosce a Londra, dove era ospite dell zio Pietro Tomasi della Torreta, ambasciatore d’Italia alla Corte britannica, Alessandra Wolff Stomersee (Nizza 1894), baronessa figlia di primo letto della moglie dello zio Pietro.
1932 - Sposa a Riga, in Lettonia, Alessandra (24 Agosto), per lui e per sempre Licy. Da allora, e fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, alternerà alla vita palermitana lunghi soggiorni nel Baltico.
1940 - E’ richiamato alle armi col grado di capitano e presta servizio a Poggioreale, non lontano dai luoghi della sua amata infanzia a Santa Margherita per un anno. Grazie alla circolare sui 'capi di azienda agricola' fu congedato dopo 3 mesi.
1942 - Richiamato alle armi. Definitivamente congedato per 'Periostite alla tibia'.
Senza un vero perché, in piena guerra, si iscrive a Lettere nell’Università di Palermo. E’ il primo segno del suo nuovo progetto di vita. Il 23 marzo 1943, la casa di via Lampedusa, quella dove aveva creduto naturale vivere e morire, è centrata dalle bombe alleate nel corso di uno dei terribili bombardamenti che colpiscono Palermo. Non si riavrà mai da tale colpo.
1943-53 - Abitazione via Butera a Palermo La Casa - Decennio decisivo per la 'nascita' del prodigio lungamente elaborato, dopo le lacerazioni della guerra ed una pesante crisi personale. Da novembre del ’53 fino al ’55 tiene due cicli di lezioni di letteratura inglese e francese per un gruppo di giovani palermitani (Gioacchino Lanza e Francesco Orlando).
1954 - Accompagna il cugino Lucio Piccolo a San Pellegrino Terme dove Eugenio Montale lo presenta alla comunità letteraria. Si sviluppa in Tomasi l’idea del Gattopardo che fa precedere da I luoghi della mia prima infanzia, vero e proprio serbatoio di memorie cui attingerà per sviluppare i temi della sua poetica.
1954-57 - Corsa frenetica ed inconscia contro il tempo. Nel 1957 Tomasi scrive il suo romanzo, le sue novelle
1) Racconti
2) I luoghi della mia prima infanzia (55)
3) La gioia e la legge (56)
4) Lighea (Sirenetta 56-57)
1957 - Fu appena in tempo a realizzare il suo desiderio di adottare Gioacchino Lanza, prima di soccombere alla malattia che lo uccide il 23 luglio a Roma, dove si era recato per un estremo tentativo di cura.
Muore fuori casa (come nel Romanzo il Principe in un albergo di via Butera) precisamente a casa della cognata ubicata nella via Martino della Battaglia, 2 a Roma.
Viene, inumato il 26 Giugno a Palermo Cimitero dei Cappuccini nella tomba di famiglia.
Gli fu dedicato un francobollo nel 2007 per il 50° della morte. Nel 2011 Alitalia gli ha dedicato l’Airbus A320-216 (EI-DDB). Gli è stato dedicato un asteroide: chiamato Lampedusa 14.846.
Ed ora parliamo proprio del romanzo del Gattopardo (premio Strega 59)
pubblicato dall’Editore Feltrinelli (nella collana degli Scrittori Contemporanei) nel 58.
Il Gattopardo segna la frattura dalla narrativa neorealista e ripropone i moduli della grande tradizione narrativa europea ottonovocentesca caratterizzata da una componente psicologica (alla maniera del triestino Italo Svevo ne 'Una vita' 1892; 'Senilità' 1898, 'La coscienza di Zeno' 1923, sia per l’indagine introspettiva sui personaggi, sia per l’indagine sull’ambiente e sulla società post unitaria con la caduta delle illusioni risorgimentali.
Nella Sicilia scossa dall’arrivo dei garibaldini, il principe don Fabrizio di Salina, fiuta il mutare dei tempi e lascia che il nipote Tancredi si arruoli volontario e che si fidanzi con una ragazza bella, ricca ma non nobile (Angelica figlia di Calogero Sedara detto il Cavour di Donna Fugata). Mentre Tancredi, ormai entrato nei ranghi dell’esercito regolare, esulta alla notizia che gli ultimi garibaldini ribelli sono stati fucilati, don Fabrizio riflette sull’imminenza della fine sua e del suo mondo. Nel film di Visconti, fedele e sfarzosa illustrazione del passaggio della Sicilia dei Borboni a quella dei Sabaudi il regista è riuscito a non tradire lo spirito scettico e amaro dell’omonimo romanzo di Tomasi di Lampedusa evidenziando l’immobilismo e il trasformismo politico (Se vogliano che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi).
Celebre la sequenza conclusiva del ballo per cui Nino Rota ha arrangiato un valzer inedito di Verdi. Grazie - Mattia Badalucco
<_div>Inserito il 18 Maggio 2012 nella categoria Relazioni svolte
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