L'arch. Luigi Biondo, Direttore del Parco Archeologico di Pantelleria, ha illustrato la storia del famoso Crocifisso medievale che è possibile ammirare nella chiesa di San Domenico in Trapani
Relatore: Arch. Luigi Biondo
Sull’unica collina della città di Trapani sorge la chiesa di San Domenico che, ai tempi della dominazione spagnola, fu dichiarata Cappella Reale.
In questo tempio sono stati sepolti, infatti, i corpi dei sovrani di Navarra, Teobaldo e Isabella e di Manfredi, figlio di Federico II. Quest’ultimo morì a Trapani, per una caduta da cavallo, quando aveva appena dodici anni.
La stessa chiesa, ospita un antichissimo Crocifisso in legno di origine orientale, restaurato recentemente. Si tratta di un’opera veramente sconvolgente per l’asprezza del volto che raffigura il Cristo già morto. Questo Crocifisso fu un tempo molto venerato dai trapanesi. Moltissimi sono i miracoli ad esso attribuiti: ogni qualvolta la città attraversava momenti difficili, il Simulacro interveniva in aiuto della popolazione. Nel 1524, per esempio, durante una pestilenza, il morbo cessò quando cominciò a sanguinare improvvisamente dal costato. Uno dei prodigi più celebrati, attestato da un notaio, fu quello accaduto ad un bambino di nome Rocco, durante una grave carestia. Il fanciullo aveva domandato insistentemente un pò di pane alla madre. Costei, non avendo nulla da dargli, gli consigliò di andarlo a chiedere a quell’uomo che stava sulla Croce della Chiesa di San Domenico. Ingenuamente, il bambino andò e, fatto straordinario, ricevette un pane proprio dalla mano di Gesù. La gente, alla notizia del prodigio, si recò nella Chiesa e trovò effettivamente il braccio del Signore schiodato dalla croce. Nel 1624, una donna nata cieca, acquistò la vista istantaneamente dopo essersi passato sugli occhi l’olio che alimentava la lampada del Crocifisso. Nel 1672, durante un’altra grande carestia, che uccise in Sicilia più di centomila persone, si decise di portare il Crocifisso in processione per le vie della città, ed ecco che due navi, cariche di frumento, arrivarono in città e la popolazione ebbe modo di sfamarsi. La leggenda dice che il simulacro, arrivato a Trapani dalla Palestina, sia stato scolpito da San Nicodemo, quel discepolo che con Giuseppe D’Arimatea curò la sepoltura del corpo di Gesù. Nella parte posteriore del suddetto Crocifisso, in una piccola fenditura, è posta una reliquia della Passione. Il simulacro è stato in mostra a Torino in occasione dell’ostensione straordinaria della Sacra Sindone. Leonardo Augusto Greco
Inserito il 11 Marzo 2011 nella categoria Relazioni svolte
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