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I racconti di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Gioacchino Lanza Tomasi, figlio dell'Autore, ha presentato la nuova edizione de 'I racconti' di Tomasi di Lampedusa

Relatore: Prof. Gioacchino Lanza Tomasi

Immagine riferita a: I racconti di Giuseppe Tomasi di LampedusaA cura dell’Istituto di Istruzione Superiore "L. da Vinci", del Centro Internazionale di Cultura Filosofica "Giovanni Gentile", della Libera Università "Tito Marrone e del Club Unesco di Trapani, è stata presentata la nuova edizione riveduta e accresciuta de "I Racconti" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.L’incontro, presente il Sindaco di Trapani, ha avuto luogo Mercoledi 20 Gennaio 2016, presso l’Aula magna dell’I.T.I. della nostra città. La riunione si è svolta secondo il seguente programma: Saluti del Dirigente scolstico Erasmo Miceli, dell’ing. Vito Garitta, Presidente dell’Unesco di Trapani e delle Autorità. Introduzione e coordinamento:Nicola De Domenico, Presidente del Centro Gentile - Si riporta

qui di seguito l'intervento di Antonino Tobia:

"La nuova edizione riveduta e accresciuta dei Racconti di Giuseppe Tomasi di Lampedusa viene alle stampe per i tipi della Feltrinelli dopo circa cinquant’anni dalla prima pubblicazione. Tre anni prima, nel 1952, aveva visto la luce Il Gattopardo, che per noi adolescenti, figli della guerra, desiderosi di ricostruirci un’identità diversa da quella dei nostri padri, costituì una sorta di renovatio nella restauratio, cioè un modo di rinnovarci allontanando da noi i vuoti ed eclatanti proclami del fascismo e le macerie della guerra,  per tornare a riflettere insieme a don Fabrizio sulla vera natura dell’uomo, sull’io in perenne conflitto con il suo es. Di colpo, il neorealismo della narrativa e dei diari partigiani, come pure le dure immagini della cinematografia, che proiettava sullo schermo la miseria morale ed economica di un popolo uscito stremato dalla guerra, cedeva il passo ad un recupero memoriale tra storia e nostalgia. Si entrava nel mondo della aristocrazia e delle teste coronate che la Repubblica aveva cancellato dalla sua Costituzione. Si assisteva al lento declino di un mondo, quello della nobiltà, che dopo l’unità d’Italia aveva cercato di sopravvivere mutando pelle, incapace poi di confrontarsi col fascismo rivoluzionario, che ne ridimensionò l’alterigia anche quando questo si trasformò in regime. Improvvisamente il linguaggio dei nonni, che ci raccontavano di marchesi e di baroni, di principi e di conti divenne attuale e quel mondo cominciò a suscitare in noi giovani la curiosità di saperne di più, anche perché a scuola qualche acuto professore aveva cominciato a parlarci del Risorgimento  come di una rivoluzione mancata e ci invitava a leggere La libertà di Verga, I viceré di De Roberto  e I vecchi e i giovani di Pirandello. In particolare, Il Gattopardo ci richiamava alla memoria le pagine de I Viceré, attraverso le quali De Roberto aveva spiato, lui non aristocratico, la vita di una nobile famiglia catanese, gli Uzeda, facendone il paradigma di tutti i mali che da secoli angustiavano la Sicilia e che col tempo si sarebbero innestati nella giovane pianta della penisola unificata: la metafora della palma che Sciascia utilizzerà un secolo dopo. Ricordo il procedere lento della fabula, la piacevolezza e la facilità della prosa, la descrizione e la ricostruzione degli ambienti, gli arredi delle stanze, i costumi dei personaggi, la recita del rosario, i ricevimenti e i fastosi pranzi, dove il timballo di maccheroni in crostata racchiudeva in una sintesi di odori, di sapori e di ammirazione l’opulenza del casato . Edonismo, sensualità e l’ombra della fine s’intrecciano con misurata proporzione nelle pagine del romanzo. La nuova edizione dei Ricordi ci riporta a quel mondo che in un certo senso lo scrittore vuole trasmettere alla memoria dei posteri senza l’acredine del severo giudizio di De Roberto. Del resto, Tomasi di Lampedusa, a differenza dell’autore de I viceré quel mondo lo ha vissuto dall’interno e non sbirciando dalla serratura. Giuseppe Tomasi parla di sé, consapevole che il mondo della sua infanzia si è dileguato, ma proprio per questo come Stendhal il tempo perduto va ricercato per meglio affrontare il presente, conducendo quasi un’autoanalisi su percorso libidico della sua vita, come nell’introduzione annota Gioacchino Lanza Tomasi. I ricordi sono dei postulati del romanzo, un tessuto di memorie intrise di sfumature nostalgiche che si collocano all’interno dell’atmosfera decadente, in cui eros e thanatos convivono dialetticamente. I ricordi chiariscono i motivi che spinsero Tomasi a scrivere: Quando ci si trova nel declino della vita è imperativo cercar di raccogliere il più possibile delle sensazioni che hanno attraversato questo nostro organismo. A pochi riuscirà di fare così un capolavoro (Rousseau, Stendhal, Proust), ma  a tutti dovrebbe essere possibile preservare in tal modo qualcosa che senza questo lieve sforzo andrebbe perduto per sempre … Non esistono memorie, per quanto scritte da personaggi insignificanti, che non racchiudono valori sociali e pittoreschi di prim’ordine. Le memorie costituiscono una sfida alla morte ed hanno perciò un valore inestimabile; grazie ad esse, sostiene il Nostro, molti problemi psicologici e storici che assillano l’umanità potrebbero essere risolti. L’avere trasmesso i ricordi generazionali della propria famiglia ai posteri fa sentire meno dolorosa la graduale fuga del flusso vitale dall’organismo e la morte appare allora come la creatura bramata da sempre e a don Fabrizio apparve, infatti,  più bella di come mai l’avesse intravista negli spazi stellari. Allo stesso modo, il professore Rosario La Ciura segue il richiamo della Sirena con la quale ha vissuto l’esperienza concessa solo agli dei. La morte gli sarebbe apparsa la risoluzione cosmica della sua vita: Ricorda, quando sarai stanco, quando non ne potrai proprio più, non avrai che da sporgerti sul mare e chiamarmi: io sarò sempre lì e la tua sete di sonno sarà saziata". Antonino Tobia.  Ha concluso i lavori Gioacchino Lanza Tomasi (già Docente dell’Università di Palermo).

Autore Prof-Greco

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Inserito il 20 Gennaio 2016 nella categoria Relazioni svolte