Una brillante conferenza sui fossili, tenuta dal prof. Giovanni Surdi, ha suscitato vivo interesse nel numeroso pubblico presente
Relatore: Prof. Giovanni Surdi - Paleontologo
Di seguito si riporta un abstract della relazione del dott. Giovanni Surdi.
L’origine dei fossili, i resti di antichi organismi viventi vissuti sulla Terra milioni di anni fa e conservatisi all’interno delle compagini rocciose,ha da tempi immemori affascinato l’uomo. Pensatori greci come Senofane nel sec. V a.C. li identificarono come resti incontestabili di antichi organismi viventi lasciati da un mare in regressione. Aristotele al contrario, preferì spiegare l’origine dei fossili appellandosi all’azione di una vis formativa. Anche la corretta interpretazione data successivamente da Lucrezio, Ovidio e Plinio il Vecchio fu nuovamente oscurata nel Medioevo dalla riproposizione della concezione aristotelica. Rifiutata l’ipotesi di una loro origine organica, i fossili vennero per lo più considerati prodotti spontanei di una misteriosa vis plastica che scaturiva dalle profonde viscere della Terra o da influssi astrali, o più semplicemente deilususnaturae 'scherzi' della natura, o ancora, che rappresentassero i resti degli animali uccisi dal Diluvio Universale.
Prima ancora che fosse riconosciuta come scienza, la paleontologia entrava così nella sfera del fantastico e del mito. Le ammoniti, molluschi antenati degli odierni cefalopodi, erano considerate "Serpenti di Pietra". Fossili dei bivalvi appartenenti ai generi Megalodon e Gryphaea, erano conosciuti come impronte lasciate dagli 'Zoccoli del Diavolo' o come le stesse "Unghie del Demonio". Gusci fossilizzati di ricci di mare, erano considerati come Pietre scagliate a terra dai tuoni durante i temporali. I denti di squalo erano stati interpretati come lingue pietrificate (Glossopetrae), cadute in terra durante le eclissi di luna, mentre le ossa fossili di vertebrati di grossa taglia come rinoceronti lanosivissuti durante il Pleistocene, avevano originato le leggende sui draghi.
Il mito che forse più di ogni altro è conosciuto in tutto il mondo, ovvero il mito di Polifemo, trae origine proprio da fossili di mammiferi endemici rinvenuti nei depositi di varie isole del Mediterraneo, prima fra tutte la Sicilia, ritenuta dagli antichi Greci, la Terra dei Ciclopi, i giganti con un solo occhio in mezzo alla fronte. Questo mito trova la sua spiegazione scientifica nei resti fossili di elefanti nani vissuti in Sicilia in un periodo di tempo compreso tra 500.000 e 100.000 anni fa. Il cranio dell’elefante di taglia ridotta è molto più grande di un cranio umano, e presenta al centro sotto la fronte, un’ampia cavità nasale, erroneamente interpretata come l’orbita del mitico ciclope. E’ facile immaginare che ossa e denti fossili di elefante rinvenuti nelle grotte colpissero a tal punto l’immaginazione degli antichi colonizzatori della Sicilia tanto da far credere loro che l’isola fosse abitata da esseri dall’aspetto mostruoso. In Sicilia si continuarono a rinvenire ossa di presunti "Giganti" disperse nei depositi di molte grotte fino a tutto il XVIII secolo (Mongitore, 1742) e questi vennero considerati come i primi mitici abitanti della Sicilia (Fazello, 1830).
La vera origine dei fossili, ossia l’antica teoria che si trattasse di resti fossilizzati di animali e piante, fu ripresa in Italia da Leonardo da Vinci alla fine del ’400 e successivamente nel XVII secolo da Agostino Scilla e da Stenone. Bisogna, tuttavia, attendere la fine del 1600 (Hutton, Cuvier) perché i fossili e la paleontologia, comincino ad essere considerati con il giusto rigore scientifico che sarà base fondamentale della nascita della Teoria evoluzionistica di Darwin.
Inserito il 13 Novembre 2015 nella categoria Relazioni svolte
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