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Eutanasia e accanimento terapeutico

Problemi etici, religiosi e scientifici

Relatore: Prof. Francesco Dones - Università di Palermo

Immagine riferita a: Eutanasia e accanimento terapeuticoFrancesco DonesSi riporta, qui di seguito, la relazione tenuta dal prof. Francesco Dones dell’Università di Palermo:
 'Accanimento terapeutico, Eutanasia, Trapianto di organo, Terapia palliativa, Terapia antalgica,Testamento biologico, Autodeterminazione, Morte  biologica, Morte cerebrale tutti termini che si integrano e fanno parte integrante di uno stesso problema di grande attualità che investe la deontologia medica, la morale comune, la religione, la legislazione e la politica e quindi di difficile soluzione".

Cercheremo di affrontare tale problema analizzandone alcuni punti:
 

  • Consiste nell’uso di tecniche mediche per sostenere artificialmente le funzioni vitali d’individui affetti da patologie inguaribili. Senza l’impiego di tali tecniche si avrebbe la morte. Etimologicamente la parola 'accanimento' deriva dallo  sforzo ostinato dei cani nella caccia, da cui 'accanimento terapeutico'. Tale terminologia è solo italiana, non esiste in altre lingue.
  • Accanimento terapeutico è un trattamento di documentata inefficacia in relazione all’obiettivo, a cui si aggiunga la presenza di un rischio elevato e/o una particolare gravosità per il paziente con un’ulteriore sofferenza, in cui l’eccezionalità dei mezzi adoperati risulti chiaramente sproporzionata agli obiettivi della condizione specifica.

I  trattamenti disponibili sono i seguenti:

  • Trattamento infermieristico finalizzato all’igiene personale del paziente
  • Trattamento finalizzato all’idratazione ed alla nutrizione
  • Trattamento antibiotico e/o  ossigenoterapia finalizzato  alla terapia di infezioni  e di stati ipossici
  • Trattamento rianimatorio finalizzato al mantenimento delle funzioni vitali

Immagine riferita a: Eutanasia e accanimento terapeuticol’auditoriumA tale riguardo gli Ordini dei Medici hanno inserito nel codice deontologico che regola la professione medica due articoli specifici che così recitano 'Il medico deve astenersi dal cosiddetto accanimento diagnostico-terapeutico, consistente nella ostinazione in trattamenti da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per il paziente o un miglioramento della qualità della vita '(Art. 13 ) e  'Il medico, anche tenendo conto delle volontà del paziente laddove espresse, deve astenersi dall’ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per la salute del malato e/o un miglioramento della qualità della vita '(Art.16). Inoltre tutti i medici hanno il dovere di informare i pazienti sui trattamenti e sulle probabilità di guarigione oltre che sulle complicanze possibili, ed i pazienti hanno il diritto, costituzionalmente garantito di accettare o rifiutare i trattamenti terapeutici loro proposti (consenso informato)
Infine l’accanimento terapeutico non essendo un concetto di diritto, non è regolamentato da leggi, e spesso porre fine ad esso coincide con l’eutanasia essendo i confini troppo sfumati, mentre non è così per la Chiesa cattolica.

  • 'testamento biologico':indica il documento che consente ad ogni individuo di scegliere per iscritto come e se vorrà essere trattato quando non potrà essere lui stesso a dare il consenso, nel caso le sue condizioni fossero irreversibili.
  • Eutanasia. Etimologicamente deriva dal greco 'ευθανασία', composta da ευ=bene e θανατος=morte è la pratica che consiste nel procurare la morte nel modo più indolore, rapido e incruento possibile a un essere umano affetto da una malattia inguaribile ed allo scopo di porre fine alla sua sofferenza. L’eutanasia è al centro di un vivo dibattito e di accese controversie in ambito morale, religioso, legislativo ed etico.

L’eutanasia è l’anticipazione della morte resa possibile dall’intervento umano per pazienti privi di ragionevoli prospettive di sopravvivenza. Perché si possa parlare di eutanasia l’assistenza all’anticipazione della morte deve avere come unica motivazione ragioni etiche, deve configurarsi cioè esclusivamente come risposta alla richiesta esplicita (attuale o pregressa) del soggetto in condizione di sofferenza grave e irreversibile.

L’eutanasia può essere volontaria quando esplicitamente richiesta più di una volta e in momenti differenti, e autorizzata dalla persona ammalata, e può essere 'attiva' o 'passiva'. Inoltre, può essere indiretta nel  caso in cui non vi sia intervento diretto di terzi, detta anche 'suicidio assistito', consiste nel fornire alla persona richiedente i mezzi e le competenze necessarie a terminare la propria vita nel modo più indolore.

In Bioetica vengono analizzati anche aspetti spesso trascurati  come la valutazione della sospensione delle cure che spesso coincide con la pratica eutanasia, o la valutazione del livello i cure prestate e se esse siano cure «proporzionate», cure «sproporzionate».

Le cure palliative ed il rischio di accelerazione del tempo del decesso. La dottrina tomista del doppio effetto: la morte come effetto non voluto.

Suicidio assistito

  • a) Suicidio: morte volontaria
  • b) Suicidio assistito: la morte che un individuo dà a sé stesso avvalendosi dell’aiuto di un altro, di solito un medico, che gli fornisce i mezzi per effettuare la sua volontà.

Come va considerato in termini etici e giuridici l’ aiuto prestato al suicida, fornendogli strumenti di morte, in risposta ad una richiesta ritenuta meritevole di considerazione in funzione delle condizioni di sofferenze del richiedente, che è comunque parte attiva?

Il "giuramento d’Ippocrate"così recita "Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio"
Come è chiaro da quanto premesso sull’ argomento regna la più grande confusione e ciò si desume anche dalla diversa legislazione mondiale ed europea, influenzata spesso da ingerenze religiose.'

Francesco Dones

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Inserito il 16 Aprile 2010 nella categoria Relazioni svolte