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E' stato Zorro

Il dott. Claudio Arresta ha presentato il suo romanzo, fresco di stampa, ambientato nella città di Trapani

Relatore: Dott. Claudio Arresta

 

Immagine riferita a: E' stato ZorroE’ stato Zorro. La maschera della mafia trapanese

Un romanzo che sta a cavallo tra un giallo ed un thriller, ambientato nella città di Trapani, nella parte occidentale della Sicilia, dove la mafia si nasconde tra i colletti bianchi e il male affare, dove la massoneria deviata controlla il territorio, sia da un punto di vista politico che da quello economico, dove le gelaterie sono sempre aperte fine a tardi e i posteggiatori abusivi sempre pronti a chiedere degli spiccioli per sorvegliare le auto.
La città con i suoi pregi e suoi difetti, con le sue tradizioni: ci sono ancora quelli che abbannìano, che girano, cioè, per i quartieri della città con una macchina e un megafono stile 'Vota Antonio', per vendere qualche prodotto per la casa o qualche improbabile cibo fresco.
La storia si sviluppa nel 2012 quando un poliziotto, Roberto Ferrari, viene trasferito per sua stessa volontà, da Torino a Trapani, la città dov’è nato, ma non cresciuto.
Quando aveva soli sei anni dovette trasferirsi insieme alla sua famiglia al Nord per poter crescere lontano dalla mafia, che minacciava suo padre, ora vecchio e malato.
Immagine riferita a: E' stato ZorroL’Ispettore Ferrari ha come obiettivo primario quello di catturare il super latitante trapanese Ernesto Rizzo Catania, che si nasconde chissà dove in Sicilia e che viene chiamato fantasma dai Trapanesi. Si metterà alla ricerca del boss superando diverse insidie e ostacoli molto grossi: la sua compagna giornalista che rivela informazioni segrete di polizia per avere uno scoop, una serie di coincidenze sfortunate che lo lasciano ad un passo dalla verità, la città di Trapani che vive di routine e non si preoccupa minimamente della lotta alla mafia e tanti personaggi più o meno latenti che lo contrasteranno nella ricerca del latitante.
Ci vorrà tutta la sua determinazione e tutto il suo coraggio prima che si riuscirà a SMASCHERARE il boss, il quale vive una vita da rifugiato, con pochissimi rapporti personali, senza contatti con la figlia. Potrebbe fuggire, magari all’estero, fare la bella vita in un paese esotico, ma rimane a Trapani, comandare è meglio di fottere.
Sullo sfondo Trapani con i suoi personaggi pittoreschi a passeggiare per il centro ed il cane Pluto, cane randagio con tanti padroni: i Trapanesi che gli vogliono bene. Immagine riferita a: E' stato ZorroC’è un narratore esterno, almeno per la maggior parte del romanzo. E’ attraverso i suoi occhi che vediamo la città e le cose che vi succedono. Gli occhi di una ragazza che non è mai stata prima in Sicilia, ma che di quest’isola sa praticamente tutto attraverso i racconti della madre. Si trova su di un treno, partita da Messina in direzione ovest. Prima di arrivare a Trapani ci vuole ancora qualche ora, decide di scrivere una storia, la storia che sentiva sempre da bambina.
La storia che sto per raccontarvi non è una storia di coppole e lupare, né di corna e ammazzatine. Ci sono amori, passioni e intrighi. Luoghi e cibi. Noie e gioie.
Qui si vive in profondità. La mafia c’è ancora. Trapani ne è invasa, ma nessuno se ne accorge perché non ammazza. Porta una maschera, come fosse Zorro.
L’effluvio del mare a inondare la cabina del treno e la vecchia storiella che sentivo da bambina tutte le sere.
Zorro come metafora di mascheramento e travestimento. La mafia di Trapani è quella che non si sporca quasi mai le mani di sangue, non spara un colpo, se non in casi eccezionali.
Si nasconde tra le persone apparentemente oneste e tra gli ambienti formalmente impeccabili. Dove si trova Ernesto Catania? Come fa a muoversi tranquillamente nel territorio di Trapani senza essere mai scoperto? E, soprattutto, che faccia ha?
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Trapani, Sicilia, 2012.
Quattro passi per il centro illuminato tra l’umido sapore del vento e cani randagi. Gelaterie sempre aperte e posteggiatori dall’aria malandrina.L’Ispettore Roberto Ferrari si è fatto trasferire dal Nord alla città doveè nato e non cresciuto. La mafia minacciava la sua famiglia, ma è tornato per fargliela pagare.Il boss Ernesto Rizzo Catania è un fantasma: nessuno sa chi sia e dove si nasconda. I suoi occhi vedono da per tutto, controlla l’intero territorio da qualche parte della città. Ma da dove esattamente? La mafia di Trapani non uccide, si nasconde tra la gente onesta. Non spara e non porta i baffi. Porta una maschera che le cela il volto malefico.Io non c’ero, ma c’era mia madre.Solo alla fine capirete chi sono. Quello che importa adesso è dove sono. Sono seduta dentro a un treno. Mi trovo su un’isola, spesso dimenticata da molti, ma mia madre la ricorda bene e tutte le sere mi raccontava com’era prima giù in Sicilia.Sono arrivata. C’era una volta a Trapani, voglio vedere se c’è ancora…E’ stato Zorro. La maschera della mafia trapanese.


Un romanzo che sta a cavallo tra un giallo ed un thriller, ambientato nella città di Trapani, nella parte occidentale della Sicilia, dove la mafia si nasconde tra i colletti bianchi e il male affare, dove la massoneria deviata controlla il territorio, sia da un punto di vista politico che da quello economico, dove le gelaterie sono sempre aperte fine a tardi e i posteggiatori abusivi sempre pronti a chiedere degli spiccioli per sorvegliare le auto.
La città con i suoi pregi e suoi difetti, con le sue tradizioni: ci sono ancora quelli che abbannìano, che girano, cioè, per i quartieri della città con una macchina e un megafono stile 'Vota Antonio', per vendere qualche prodotto per la casa o qualche improbabile cibo fresco.
La storia si sviluppa nel 2012 quando un poliziotto, Roberto Ferrari, viene trasferito per sua stessa volontà, da Torino a Trapani, la città dov’è nato, ma non cresciuto.
Quando aveva soli sei anni dovette trasferirsi insieme alla sua famiglia al Nord per poter crescere lontano dalla mafia, che minacciava suo padre, ora vecchio e malato.
L’Ispettore Ferrari ha come obiettivo primario quello di catturare il super latitante trapanese Ernesto Rizzo Catania, che si nasconde chissà dove in Sicilia e che viene chiamato fantasma dai Trapanesi. Si metterà alla ricerca del boss superando diverse insidie e ostacoli molto grossi: la sua compagna giornalista che rivela informazioni segrete di polizia per avere uno scoop, una serie di coincidenze sfortunate che lo lasciano ad un passo dalla verità, la città di Trapani che vive di routine e non si preoccupa minimamente della lotta alla mafia e tanti personaggi più o meno latenti che lo contrasteranno nella ricerca del latitante.
Ci vorrà tutta la sua determinazione e tutto il suo coraggio prima che si riuscirà a SMASCHERARE il boss, il quale vive una vita da rifugiato, con pochissimi rapporti personali, senza contatti con la figlia. Potrebbe fuggire, magari all’estero, fare la bella vita in un paese esotico, ma rimane a Trapani, comandare è meglio di fottere.
Sullo sfondo Trapani con i suoi personaggi pittoreschi a passeggiare per il centro ed il cane Pluto, cane randagio con tanti padroni: i Trapanesi che gli vogliono bene.
C’è un narratore esterno, almeno per la maggior parte del romanzo. E’ attraverso i suoi occhi che vediamo la città e le cose che vi succedono. Gli occhi di una ragazza che non è mai stata prima in Sicilia, ma che di quest’isola sa praticamente tutto attraverso i racconti della madre. Si trova su di un treno, partita da Messina in direzione ovest. Prima di arrivare a Trapani ci vuole ancora qualche ora, decide di scrivere una storia, la storia che sentiva sempre da bambina.
La storia che sto per raccontarvi non è una storia di coppole e lupare, né di corna e ammazzatine. Ci sono amori, passioni e intrighi. Luoghi e cibi. Noie e gioie.
Qui si vive in profondità. La mafia c’è ancora. Trapani ne è invasa, ma nessuno se ne accorge perché non ammazza. Porta una maschera, come fosse Zorro.
L’effluvio del mare a inondare la cabina del treno e la vecchia storiella che sentivo da bambina tutte le sere.
Zorro come metafora di mascheramento e travestimento. La mafia di Trapani è quella che non si sporca quasi mai le mani di sangue, non spara un colpo, se non in casi eccezionali.
Si nasconde tra le persone apparentemente oneste e tra gli ambienti formalmente impeccabili. Dove si trova Ernesto Catania? Come fa a muoversi tranquillamente nel territorio di Trapani senza essere mai scoperto? E, soprattutto, che faccia ha?  Claudio Arresta


 

Autore Prof-Greco

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Inserito il 11 Febbraio 2014 nella categoria Relazioni svolte