In teleconferenza con il Cile, la scienziata alcamese Violette Impellizzeri ha illustrato la complessa tecnica per ottenere la foto di un buco nero
Relatore: Dott.ssa Violette Impellizzer i - Astronoma
Riassumiamo, qui di seguito, l’eccezionale teleconferenza che la Libera Università 'Tito Marrone' ha realizzato con Santiago del Cile dove la scienziata alcamese, Violette Impellizzeri, studia gli affascinanti misteri delle stelle.- Sono le ore 17,30 del 26 Novembre. Tutto è stato preparato per il collegamento con il Centro direzionale Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), il più grande progetto astronomico sulla Terra. --Il nostro valido collaboratore Rocco Barbara ha concluso le ultime prove di connessione e si aspetta il momento dell’inizio. Anche il nostro Presidente Antonino Tobia e il dott. Giuseppe Abbita controllano che tutto sia pronto.- È già il momento di avvio quando ci viene comunicato che, nel Centro, è in corso un allarme incendio e che tutto il personale è stato evacuato. Si tratta comunque di un piccolo contrattempo e la teleconferenza pochi minuti dopo, può avere inizio regolarmente.- È così che vediamo apparire sullo schermo il viso sorridente della scienziata Violette Impellizzeri, una delle astronome più affermate.Originaria di Alcamo, in provincia di Trapani, ha studiato in Germania e in America. Dopo la laurea conseguita a Bonn, ha guadagnato un post-dottorato negli Stati Uniti, in Virginia. Oggi vive a Santiago del Cile e lavora per il progetto internazionale Alma, il radiointerferometro all’avanguardia che studia le galassie. E’ lei che ha collaborato allo straordinario progetto di fotografare un buco nero.Quando tre mesi prima che fosse pubblicata, ha visto la foto del buco nero è rimasta quesi paralizzata dall’emozione. -- Dopo i doverosi saluti si comincia con alcuni quesiti da parte dei nostri iscritti, ai quali la dott.ssa Impellizzeri risponde con grande garbo e dando ogni opportuna spiegazione.Il Centro Alma è un radiointerferometro astronomico, in pratica un super osservatorio composto da uno schieramento di ben 66 radiotelescopi per lo studio dell’universo freddo. Le antenne sono poste ad oltre 5.000 metri di altitudine ove il sole brilla senza interferenze. Sono situate nel confine settentrionale del deserto dell’Atacama, in Cile, a circa 400 chilometri di distanza dai quattro grandi telescopi a specchio di ESO a Cerro Paranal.Il progetto ALMA è stato concepito per studiare la nascita delle stelle nel suo universo primordiale, un’analisi molecolare che va molto indietro nel tempo, spingendosi fino a quei 13.7 miliardi di anni fa, quando tutto ebbe inizio. - L’immagine del buco nero è il risultato di un grande lavoro di squadra. Grazie allo sforzo di centinaia di ricercatori e ad otto telescopi distanti tra di loro migliaia di chilometri, dalle Ande cilene alle Hawaii, dal Messico alla Spagna, dagli Usa all’Antartide, la comunità scientifica ha elaborato migliaia di informazioni creando una immagine di un Buco Nero al centro della galassia Messier M87 a circa 55 milioni di anni luce dalla Terra nel vicino ammasso della Vergine. La massa del buco nero è di 6.5 miliardi di volte quella del Sole, il diametro 40 miliardi di chilometri, oltre 260 volte la distanza Terra-Sole, tanto da contenere tutto il nostro Sistema Solare. I telescopi che hanno contribuito a questo risultato sono stati Alma, Apex, il telescopio Iram da 30 metri, il telescopio James Clerk Maxwell, il telescopio Alfonso Serrano, il Submillimeter Array, il Submillimeter Telescope e il South Pole Telescope.'Scoperte come queste sono possibili grazie e soprattutto ad un importante lavoro di gruppo, ad una squadra affiatata che lavora insieme avendo in mente un unico obiettivo. A livello umano, questo spirito di lavoro dimostra che quando si è uniti e in sintonia, si arriva a grandi scoperte e non devono esistere manie di protagonismo. Questo successo inizia dall’Alma (Atacama Large Millimeter Array) il progetto pubblico internazionale per cui lavoro dal 2011 a San Pedro de Atacama, nel nord del Cile. Quando gli scienziati dell’EHT (Event Horizon Telescope) sono venuti con lo scopo di trovare il buco nero,Violette Impellizzeri è stata tra quelli che ha spinto per avviare il progetto creando le condizioni per una collaborazione. Il suo ruolo in questo progetto è di support astronomer, tecnicamente chiamato 'Friend of VLBI' — tutte le stazioni VLBI hanno un 'amico' tecnico, che supporta le osservazioni. VLBI è very long baseline interferometry — cioé la tecnica per osservare con telescopi lontani anche e.g. 10,000km fra di loro come se fossero un unico telescopio con il diametro di 10,000km. A livello tecnico, nella prima fase di osservazione iniziata due anni fa, per osservare un oggetto così lontano sono stati utilizzati otto telescopi in diversi continenti che puntano contemporaneamente verso lo stesso angolo di cosmo quasi a formare un’unica e gigantesca parabola.I diversi radiotelescopi sono stati sincronizzati con un orologio atomico e i dati ottenuti da ognuno sono stati combinati attraverso algoritmi che gli scienziati hanno impiegato anni a sviluppare e poi a far girare inviandoli in Nord America e a Bonn.A due anni dall’osservazione, i ricercatori sono riusciti a mettere insieme tutti i tasselli e a comporre la foto scattata non con luce visibile, ma usando le frequenze delle onde radio.La tecnica dell’interferometria ha aiutato a fornire dati fondamentali nella definizione dell’immagine'. --Alla fine della conferenza, il lungo applauso dei numerosissimi iscritti presenti, è giunto fino a Santiago del Cile per ringraziare la nostra conterranea che ormai è conosciuta come "la donna delle stelle".
Inserito il 26 Novembre 2019 nella categoria Relazioni svolte
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