Una ricostruzione di ciò che avvenne il 26 aprile 1986 nella grande centrale nucleare, è stata fatta dal prof. Claudio Arresta con dovizia di particolari
Relatore: Prof. Claudio Arresta
Nella notte del 26 aprile del 1986 è esploso il più avanzato dei quattro reattori della centrale nucleare di Chernobyl, a poco più di 100 km da Kiev, in Ucraina.L’esplosione del reattore libera una quantità altissima di radiazioni. Nei giorni seguenti, molti paesi rilevano una quantità insolitamente alta di radiazioni, ma i sovietici inizialmente non riconoscono alcuna responsabilità per l’accaduto.La mancanza di comunicazioni ha contribuito alla diffusione di notizie false, e talvolta esagerate, su alcuni dettagli dell’incidente, come il numero di morti nell’area intorno alla centrale. Resta tuttavia la conseguenza più grave dell’esplosione, con la quale siamo ancora costretti a fare i conti: la contaminazione nucleare. A distanza di decenni, è ancora difficile stabilire quante persone sono morte o moriranno a causa dell’esplosione. La notte tra il 3 e il 4 marzo 2022, si è arrivati molto vicini ad un nuovo disastro: infatti, nel corso dell’aggressione russa all’ucraina, è stata bombardata la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. La sua esplosione avrebbe portato a conseguenze 10 volte superiori a quelle che ci sono state per Chernobyl.Le esplosioni di Chernobyl furono due, entrambe terribili. Avvennero nel cuore della notte, mentre un gruppo di ingegneri stava effettuando un delicato test di sicurezza. Scopo del test era quello di verificare se il sistema di raffreddamento del reattore numero 4 potesse funzionare in caso di carenze di energia elettrica. Condizioni simili avrebbero potuto verificarsi in caso di attacchi nemici, che anche negli ultimi anni di guerra fredda erano una possibilità da non sottovalutare.Per effettuare il test, era necessario diminuire fortemente la potenza del reattore, senza mai scendere però al di sotto di una soglia di energia minima: in quel caso il reattore sarebbe diventato fortemente instabile. Nonostante ciò, si decise di procedere ad una potenza molto più bassa di quella prevista dal regolamento. Alle ore 1.23 di notte, a causa del calo di energia della turbina, l’acqua che serviva a raffreddare il reattore evaporò. A questo punto, gli ingegneri attivarono il dispositivo di emergenza, non riuscendo più tuttavia a recuperare il controllo del reattore: la potenza iniziò ad aumentare a dismisura, fino diventare circa 100 volte superiore rispetto alla norma.Dopo alcuni secondi ci furono due esplosioni: il tetto a cupola del reattore saltò in aria, ed il contenuto, circa 50 tonnellate di carburante nucleare, si diffuse nell’atmosfera.Il fall-out nucleare si depositò in gran parte dalle parti della cittadina di Chernobyl, ma anche in altre parti dell’Ucraina, in Bielorussia, ed in Russia. La zona intorno a Chernobyl venne abbandonata da più di 350.000 persone.
Inserito il 31 Gennaio 2025 nella categoria Relazioni svolte
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