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Cavour fu avvelenato?

Leonardo A. Greco ha relazionato sulla morte misteriosa di Camillo Benso Conte di Cavour

Relatore: Prof. Leonardo Augusto Greco - Storiografo

Immagine riferita a: Cavour fu avvelenato?Il maggiore protagonista del Risorgimento e dell’Unità d’Italia nasce a Torino il 10 agosto 1810.

Dalla madre, calvinista, convertitasi poi al cattolicesimo, apprende i valori morali del lavoro e dell’impegno responsabile. 

Nel corso dei suoi primi viaggi in Europa conosce i meccanismi del moderno sviluppo capitalistico e si dedica con grande attenzione allo studio della situazione agricola, commerciale e bancaria del Piemonte, aiutato in questo, dal fatto di essere amministratore del suo patrimonio familiare. 

Questa sua attività commerciale e bancaria, lo rende uno degli uomini più ricchi del Regno.

Nel 1847, con la fondazione del quotidiano "Il Rinascimento" inizia la sua vita politica; l’anno dopo è eletto deputato e nel 1850 sotto il governo D’Azeglio, viene nominato ministro dell’agricoltura del commercio e della marina.

In seguito, nel 1852, assume la carica di Presidente del Consiglio e il suo programma politico prevede l’intenzione di fare del Piemonte uno Stato costituzionale basato su un misurato liberalismo. 

Nel contempo adotta il programma di Giuseppe Mazzini che prevede l’unificazione dell’Italia, liberando dall’Austria il Lombardo - veneto.

A tal fine sottoscrive con Napoleone III un trattato a seguito del quale l’esercito piemontese troverà il potente aiuto delle forze militari francesi nella guerra contro l’Austria.

Il trattato non comprende l’unificazione politica dell’Italia e, quando gli avvenimenti prendono una piega diversa, l’imperatore francese si rende conto di essere stato raggirato da Cavour.

Il 6 giugno 1861, qualche mese dopo la proclamazione del Regno d’Italia, a seguito di un improvviso malore, Camillo Benso Conte di Cavour muore. La notizia sconvolgente della morte dello statista si sparge a Torino verso le 7,45.

La sua brusca scomparsa, proprio perché inattesa, porta grande sconcerto nel mondo politico e sociale.

La morte del più abile politico internazionale getta, infatti, nell’incertezza la diplomazia europea e la borsa di Berlino entra nel panico.

Da subito sorgono sospetti su questa morte improvvisa. Cavour aveva 50 anni e godeva ottima salute.

Voci sussurrate cominciano a parlare di avvelenamento e di documenti distrutti.

Ma chi poteva odiarlo tanto fino al punto da farlo assassinare? 

Dal 1856, lo statista intrattiene una relazione con una ballerina ungherese di nome Bianca, sposata con Domenico Ronzani anch’egli ballerino.

Costui aveva in appalto il Teatro Regio di Torino; era un abile imbroglione e spesso per le sue truffe si serviva della moglie. Così un giorno madame Ronzani era andata da Cavour, chiedendo e addirittura implorando una sovvenzione. Il conte fu sensibile al fascino della bella donna e così concesse il denaro che comunque fu insufficiente per salvare il marito dalla bancarotta. Domenico Ronzani dovette fuggire in Sudamerica lasciando la moglie a Torino.

Bianca ha ventotto anni ma ne dimostra venti; capelli nerissimi, naso greco, denti piccoli e bianchi. Affascinante anche per la sua fama di avventuriera, ha avuto una vita passionale molto movimentata.

Con la fuga del marito, Bianca ha campo libero per intrattenere una relazione con Cavour che arriva a comprarle una villa del valore di 23.000 lire. 

Bianca non è una donna aristocratica abituata ai salotti e alla mondanità: preferisce le serate a teatro, i viaggi e le terme sempre senza Camillo - la relazione d’altra parte è segreta. Il primo ministro è comunque geloso: lui è sempre in giro, le scrive ogni giorno e si inquieta se lei non gli risponde subito. La sua gelosia in effetti, non è del tutto ingiustificata. Bianca civetta con tutti gli uomini che le vengono a tiro. Cavour ne è a conoscenza e inghiotte amaro, la riempie di regali e le passa sostanziose somme. In cambio si contenta che lei gli conceda i suoi favori. La sera del 29 maggio Cavour si rilassa nella villa di Bianca. La sua amante gli offre una bibita nella usuale tazza di fine porcellana ma di nascosto versa qualcosa nel prezioso recipiente. Quando il Conte ritorna a casa, chiede soltanto un rinfresco poi va a letto. Qualche ora dopo, il cameriere lo trova col viso sconvolto in preda a violenti dolori intestinali.

Il sospetto di un avvelenamento sorge immediatamente. Cavour ha la febbre molto alta. Si comincia a praticargli dei salassi che comunque non portano ad un miglioramento delle sue condizioni.

Nei giorni seguenti le condizioni del conte precipitano. I medici continuano a curarlo con i salassi per scongiurare il rischio di emorragia ma la febbre e il delirio continuarono.

Tutti i torinesi sanno che il conte è ormai in fin di vita: una folla silenziosa staziona attorno al palazzo.

Verso l’alba del 6 giugno viene chiamato padre Giacomo da Poirino della vicina Chiesa della Madonna degli Angeli per somministrargli l’estrema unzione.

A questo proposito si ricorda come il Papa, Pio IX, convocò nei giorni seguenti a Roma, Padre Giacomo sospendendolo a divinis per aver assolto lo statista, scomunicato nel 1860 quale usurpatore degli Stati pontifici.

Alla ricerca del possibile mandante dell’avvelenamento si può fare qualche congettura.

Napoleone III voleva ripristinare l’impero di Napoleone I, riportando sotto la Francia Nizza, la Savoia, la Liguria, la Toscana e lo Stato Pontificio, lasciando al Piemonte la sola Lombardia.

Nel trattato di Villafranca, Napoleone e Francesco Giuseppe stabilirono pure l’allontanamento del Conte dal governo piemontese, ritenendolo nemico della pace in Europa.

È a questo punto che scatta il tempismo di Cavour che organizza un plebiscito in Toscana con risultati che legittimarono l’annessione del Granducato al Regno di Sardegna.

Il governo francese reagisce immediatamente sollecitando la cessione della Savoia e di Nizza. Cavour aveva sottratto quasi tutta l’Italia alla sfera d’influenza francese.

Non v’è alcun dubbio che l’imperatore raggirato lo considerava ormai come un suo acerrimo nemico.

Denis Mack Smith osserva che Cavour giocava abilmente su più tavoli: 

'l’unità della penisola fu creazione della volontà inglese e non di Napoleone III ormai schierato in difesa del Re di Napoli. Cavour aveva fatto presente agli inglesi che la Francia desiderava limitare la creazione dello stato italiano e che era nell’interesse inglese formare un’Italia più grande per far fronte alla Francia".

Nel 1871 viene pubblicato un libretto anonimo (Editore Domenico Cena – Torino) col titolo "Cavour fu fatto avvelenare da Napoleone III"

Nel libro si riferisce che fu una piacente donna francese, moglie di un commissario di polizia, a organizzare l’avvelenamento del Conte, in cambio di 500.000 lire. La donna si sarebbe recata a Torino e avrebbe fatto amicizia con Bianca Ronzani. Introdottasi in casa sua, le fu poi facile impregnare di veleno nascostamente, il bicchiere di Cavour.

Esistono da qualche parte tre messaggi trasmessi a Napoleone III dalla donna che organizzò l’assassinio di Cavour. In questi dispacci ella rende un dettagliato resoconto degli stratagemmi adottati. Nell’ultima comunicazione, a lavoro compiuto, testualmente riferisce: "Dans deux heures je quitterai Turin. Mon travail est accompli. J’ai été toujours prudente. Personne ne doute. Je retourne en France satisfaite d’avoir obéi à l’Empereur et rendu un service à ma Patrie'.

Alla morte di Cavour, Bianca Ronzani vendette la villa e i regali dell’amante. Con il denaro racimolato, si trasferì a Parigi in compagnia di un altro amante, un giovane romeno. Nel 1863, avendo sperperato il suo gruzzolo, muore in totale povertà.

Della sua corrispondenza privata sopravvissero 24 lettere d’amore di Cavour. Tali missive, a quel che pare assai licenziose, furono poi distrutte da Costantino Nigra per ordine del Re, Umberto I.

CONCLUSIONE

Come in tutti i misteri italiani, anche in questo caso, non c’è la certezza assoluta degli avvenimenti esposti; tanti documenti furono occultati o distrutti. L’epopea del Risorgimento non poteva e non doveva essere offuscata.

La continua ricerca degli storici potrà comunque consentire, alla fine, di arrivare alla verità documentata. Leonardo Augusto Greco

Immagine riferita a: Cavour fu avvelenato?

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Autore Prof-Greco

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Inserito il 03 Novembre 2015 nella categoria Relazioni svolte