La prof.ssa Sara Macaluso, docente di letteratura spagnola, ha illustrato la drammatica esistenza del grande Garsia Lorca
Relatore: Prof.ssa sara Macaluso
Federico García Lorca (1898-1936) fu un poeta, drammaturgo, musicista, disegnatore e conferenziere spagnolo. Il suo carattere gioioso, coinvolgente e comunicativo nascondeva un profondo dolore, l’angoscia e l’inquietudine di chi non può 'realizzarsi pienamente' in quanto omosessuale. Da tale dolore inizia la traiettoria di un artista che, sia nella poesia che nel teatro, farà del tema del destino tragico l’asse centrale della sua produzione.Lorca, granadino, nel 1919 si trasferisce a Madrid ed alloggia nella famosa 'Residencia de Estudiantes', luogo in cui entrerà in contatto con uomini di altissimo spessore culturale ed artistico: da Juan Ramón Jiménez (poeta e premio Nobel della Letteratura) a Salvador Dalí, da Pablo Neruda a Luis Buñuel (famoso regista), dal torero Ignacio Sánchez Mejías a tutti i componenti della 'Generación del ‘27', gruppo di cui Lorca farà parte come protagonista. Legati da profonda amicizia, i componenti di tale 'Generación' (oltre lo stesso Lorca, Pedro Salinas, Jorge Guillén, Rafael Alberti, Gerardo Diego, Dámaso Alonso, il premio Nobel Vicente Aleixandre e altri) rinnoveranno il linguaggio poetico integrando elementi della tradizione con altri tratti dalle avanguardie e si serviranno della metafora in modo audacissimo. Ciò darà vita ad un periodo straordinario della letteratura universale, periodo drammaticamente soffocato dallo scoppio della Guerra Civile spagnola nel 1936.Nelle sue prime produzioni poetiche ('Libro de poemas', 'Canciones', 'Poema del cante jondo') Lorca esprime il suo dolore, o attraverso la nostalgia dell’infanzia, o attraverso l’identificazione della sua sofferenza con quella della sua terra, l’ 'Andalucía del llanto', una terra impregnata del senso tragico in quanto patria del flamenco e della tauromachia.Nel 1928 pubblica il 'Romancero gitano', opera di grandissimo successo in cui eleva a mito universale la razza gitana, che pertanto supera la connotazione tipicamente andalusa. Qui il poeta condivide la sua pena, la sofferenza di non potersi realizzare, con quella dei gitani, razza nobile sempre emarginata dalla società. Il tema popolare del gitano e la metrica tradizionale del 'romance' fanno da contrappunto ad un linguaggio colto, ricco di metafore e carico di simbolismo e suggestioni.Nel 1929 Lorca con una borsa di studio va a New York e lì si scontra violentemente con un mondo dominato dal denaro e dagli interessi economici, un mondo che non gli appartiene e che toglie all’uomo la sua umanità Da qui nasce il grido di dolore di 'Poeta en Nueva York', una poesia sociale, di denuncia, in cui Lorca si serve della tecnica surrealista (anche se non avulsa dalla coerenza logica) per descrivere l’incubo di una società sorda al dolore degli ultimi. In quest’opera il poeta si apre al dolore universale, condivide lo stesso destino di emarginazione non solo con i gitani, ma anche con i negri di Harlem, con gli ebrei, con i bambini, con la natura maltrattata… Le ultime opere poetiche di García Lorca risalgono al 1935, con 'Llanto por Ignacio Sánchez Mejías', (grandiosa e tremenda elegia per l’amico torero morto nell’arena) e al 1936, con 'Diván del Tamarit' e 'Sonetos del amor oscuro'. Con quest’ultima opera, pubblicata postuma, in cui il poeta esprime la gioia e il dolore dell’amore e in cui vi è la piena accettazione della propria condizione omosessuale, Lorca si colloca tra i più grandi sonettisti della letteratura spagnola e universale.Lorca drammaturgo inizia la sua produzione ispirandosi a vari tipi di teatro: simbolista ('El maleficio de la mariposa', 1920), di burattini e marionette ('Los títeres de cachiporra', 1922), storico ('Mariana Pineda', 1923), popolare ('La zapatera prodigiosa', 1926), per approdare nel 1930-31 al teatro surrealista con due opere, 'El Público' e 'Así que pasen cinco años'. Entrambe, classificate come 'Teatro impossibile', furono rappresentate soltanto dopo la fine del Franchismo. In particolare 'El Público' esprime una doppia denuncia: da un lato alla società che emargina gli omosessuali, e dall’altro lato a coloro che non si oppongono a tale emarginazione. L’autore fa seguire l’apologia di ogni tipo di amore, compreso quello omosessuale.Nel 1932 Lorca, appoggiato dal governo repubblicano, fonda 'La Barraca', una compagnia di teatro itinerante che percorre i paesi della Spagna rappresentando i classici del teatro del 'Siglo de Oro', in particolare le opere di Lope de Vega e Calderón de la Barca. Proprio al teatro l’autore si dedicherà in modo particolare negli ultimi anni della sua vita, scrivendo una trilogia di tragedie di ambiente rurale andaluso e un dramma urbano, opere che saranno la cima della sua produzione. In esse identifica il suo dolore con quello di tante donne che in comune con lui vivono l’impossibilità di realizzarsi pienamente a causa delle pressioni sociali.Nel 1933 viene rappresentata 'Bodas de sangre', opera che sottolinea la forza della passione e della predestinazione al di sopra delle convenzioni sociali, del rigido codice dell’onore e persino della propria volontà. Si nota anche una chiara ispirazione alla tragedia greca con elementi mitici e personaggi corali. Segue nel 1934 'Yerma', tragedia di una giovane donna che non può realizzarsi per l’impossibilità di avere figli e che percepisce l’emarginazione e l’esclusione da una società in cui la donna è tale in quanto madre e moglie. Nel 1935 Lorca scrive 'Doña Rosita la soltera, o el lenguaje de las flores', dramma urbano che descrive il dolore di una donna che aspetta il fidanzato per tutta la vita e che 'marcisce', come i fiori, nell’attesa infruttuosa. La produzione teatrale di Lorca si conclude nel 1936 con 'La casa de Bernarda Alba', storia di una vedova con cinque figlie, alle quali la madre impone una repressione sia fisica che vitale, nel rispetto di un rigido codice sociale in cui le donne non godono della benché minima libertà di poter scegliere il proprio destino. È ovvio che tale clima di repressione porterà inevitabilmente alla tragedia.Come si è visto, anche nel teatro, come nella poesia, appaiono con insistenza i temi del destino tragico, della frustrazione, dell’impossibilità di realizzarsi, di 'essere pienamente'. Anche qui si ritrovano i simboli tipici della produzione di Lorca: il cavallo, il coltello, la luna, l’ombra, ecc…, simboli spesso riferiti alla passione sessuale e alla morte. Per Lorca amore e morte, Eros e Thanatos, sono in strettissima relazione.Da tale sofferenza nacque un poeta e un autore unico, ucciso il 19 agosto del 1936 a Víznar, vicino Granada, solo un mese dopo l’inizio della Guerra Civile.Sara Macaluso
Inserito il 02 Febbraio 2018 nella categoria Relazioni svolte
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