'L'europeismo rappresenta il vero spartiacque del panorama politico del nostro secolo': sul pensiero di Spinelli hanno relazionato Rodolfo Gargano e Antonino Tobia
Relatore: Prof. Antonino Tobia
Altiero Spinelli nasce a Roma il 31 agosto 1907. Dopo i primi anni passati con la famiglia in Sud America, dove il padre, laico e socialista, era vice console nella città brasiliana di Campinos, nell’estate del 1912 rientra a Roma con la famiglia, e qui frequenta le elementari, il ginnasio e il liceo classico Mamiani. Già negli ultimi anni di scuola comincia a interessarsi alla politica, e dopo la fondazione dei Partito comunista sceglie la militanzain questo partito: infatti nel 1924 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Roma e partecipa attivamente all’attività antifascista clandestina del partito. Il 3 dicembre 1926 il regime fascista lo assegna al confino per anni cinque. Latitante, viene arrestato a Milano il 3 giugno 1927 e denunciato al Tribunale speciale, che lo condannaa sedici anni e otto mesi per aver commesso fatti diretti a far sorgere in armi gli abitanti del Regno e a suscitare la guerra civile'. Nelle carte del Ministero dell’Interno si legge: 'Il detenuto Spinelli Altiero di Carlo e Ricci Maria, studente, celibe e residente a Roma, dove è nato il 31 agosto 1907 è un sovversivoirriducibile e fanatico, iscritto al partito comunista, tenace organizzatore di giovani comunisti'.Il diciannovenne Altiero sconta dieci anni di carcere (nei penitenziari di Roma, Lucca, Viterbo e Civitavecchia), ma, a soddisfatta giustizia, a seguito di un’amnistia, viene inviato per sei anni al confino, prima a Ponza (dal 1937 al 1939) e poi a Ventotene (1939-43). Durante gli anni del carcere matura il distacco dal Partito comunista negli anni dei sanguinosi processi staliniani contro i dissidenti del regime. Il patto Molotov-Ribbentrop, col trattato di non aggressione tra la Germania di Hitler e l’Unione sovietica di Stalin del 23 agosto 1939, segnerà il culmine del dissenso: il comunismogli appariva come una cattedrale di granitoe nebbia.A Ventotene, tra l’inverno del 1941 e la primavera del 1942, scrive, in collaborazione con Ernesto Rossi e la partecipazione di Eugenio Colorni, il Manifesto per un’Europa libera ed unita (Manifesto di Ventotene),il documento di base del federalismo europeo.Durante gli anni di reclusione Altiero non è un detenuto modello. È pronto a denunciare ogni forma di sopraffazione carceraria, pretende che venga rispettato il regolamento che egli conosce bene;esige che vengano trattati con cura i libri che tiene nella sua cella, esige che gli sia permesso di leggere i testi di Diderot e di Croce, o il romanzo di Victor Hugo, Notre dame de Paris, che il cappellano del carcere romano, un tale padre Mitri, gli proibisce di leggere perché condannato all’Indice. È chiaro che nessuna delle sue richieste viene mai accolta, come pure è respinta la richiesta avanzata da sua madre alla direzione del carcere di Viterbo perché al figlio sia concesso l’uso della penna o della matita. Anche durante il periodo del confino, Altiero è considerato un elemento pericoloso: Serba cattiva condotta politica – si legge in un rapporto del luglio del 1937 della Prefettura di Littoria – e si affianca ai peggiori elementi della colonia (Ponza).Tutta la famiglia Spinelli, i fratelli Cerilo e Veniero e le sorelle Gigliola, Azalea, Fiorella sono classificati come sovversivi.Caduto il fascismo, a seguito della seduta del Gran Consiglio del 24 luglio 1943, viene liberato il 19 agosto e dieci giorni dopo fonda a Milano, insieme a una trentina di reduci dal confino, dal carcere e dall’esilio, il Movimento Federalista Europeo. Con lui c’è il fratello Cerilo, antifascista, che ha conosciuto duri anni di carcere come sovversivo. Il fratello Veniero, invece, comunista, aviatore per la repubblica spagnola, si è rifugiato senza documenti a New York, dove incontra il suo grande amore Ingrid Warburg, figlia di una grande famiglia di banchieri ebrei, molto potente in U.S.A, vicina al presidente Roosevelt.Dopo l’8 settembre Altiero si rifugia in Svizzera. Chiamato a Milano da Leo Valiani alla segreteria politica del Partito d’Azione Alta Italia, partecipa per alcuni mesi alla Resistenza. Nel marzo del1945 organizza, insieme a Ursula Hirschmann, vedova di Eugenio Colorni, trucidato dai fascisti pochi giorni prima della liberazione di Roma, il primo congresso federalista internazionale a Parigi, cui partecipano, tra gli altri, Albert Camus, George Orwell, il filosofo cattolico Emmanuel Mounier, l’economista André Philip. Nel 1948 viene eletto segretario dei Movimento federalista europeo e s’impegna con numerose iniziative in favore della federazione europea. Nel giugno 1976 è eletto deputato al Parlamento italiano come indipendente nelle liste del PCI, e nello stesso anno viene nominato al Parlamento europeo. Nel 1979 gli è riconfermato il mandato al Parlamento europeo, eletto per la prima volta a suffragio universale. Nel luglio 1980, su sua iniziativa, viene elaborato il progetto di trattato di Unione europea, approvato a larghissima maggioranza dal Parlamento europeo il 14 febbraio 1984.Rieletto al Parlamento europeo,progetta una nuova iniziativa costituente, che non riesce a portare avanti perché si ammala e il 23 maggio 1986 si spegne in una clinica romana.In un articolo del 22 agosto 2007, apparso su Repubblica per ricordare il centenario della nascita di Altiero Spinelli, Nello Ajello, giornalista e saggista scomparso tre anni fa, scriveva: 'Quando lo conobbi nei primi anni cinquanta – collaboravamo ambedue al Mulini – era difficile prevedere che questo antifascista che portava con tanta disinvoltura la sua leggenda sarebbe stato un così fecondoautore di memorie, sospese fra aneddotica personale, affetti familiari e impegno politica…'.Come ho tentato di diventare saggio è l’autobiografia redatta da Altiero Spinelli, pubblicata nel 1999 a Bologna presso la casa editrice Il Mulino, della cui redazione aveva fatto parte tra il 1962 e il 1965. Quest’opera segue la pubblicazione dei tre volumi del Diario europeo, editi dal Mulino fra il 1989 e il 1992.In Come ho tentato di diventare saggioSpinelli con fluida naturalezza, venata d’intelligente umorismo, traccia di sé il ritratto di uno dei personaggi più rappresentativi del pensiero laico e democratico del Novecento, accanto a quello di un profeta disarmato, per dirla con il Machiavelli, che anima di una visione costante la sua vita. La costituzione di un unico Stato federale tra i popoli europei gli si presenta nel soggiorno coatto di Ventotene come una visione notturna: Quegli anni in quell’isola sono ancora presenti in me con la pienezza che hanno solo i momenti e i luoghi nei quali si compie quella misteriosa cosa che i cristiani chiamano l’elezione. Le membra disjecta dei sentimenti, pensieri, speranze e disperazioni si ricomposero allora in un disegno nuovo, per me stesso sorprendente; la mia debolezza si convertì in forza; … compresi che fino a quel momento ero stato simile ad un feto in formazione, in attesa di essere partorito, che in quegli anni, in quel luogo nacqui una seconda volta, che il mio destino fu allora segnato, che io assentii ad esso e che la mia vita, quella che ora sto portando a termine, cominciò'. (Il Mulino, Bo, 1999, p.261)È una bellissima pagina, dedicata al periodo vissuto a Ventotene, dove avvenne la sua conversione all’idea della necessità dii una palingenesi del Vecchio continente sepolto sotto le macerie della sua millenaria storia. Questo progetto di rinascita racchiude in sé principi della cultura illuministica, come il cosmopolitismo, kantiani come il superamento della guerra, e teorie socialiste e liberali, come le nobili idealità di libertà, di autonomia e di uguaglianza.I testi che si riferiscono al periodo della prigionia e del confino sono i più interessanti perché riferiscono gli avvenimenti in modo abbastanza immediato. Un primo blocco degli scritti di questo periodo comprende i testi che vanno sotto il titolo di Il linguaggio notturno.Questi scritti, da cui traspare uno Spinelli esoterico e notturno, accanto a quello solare ed europeista, rivelano l’abilità dello scrittore, che dispone di mezzi espressivi linguisticamente appropriati, tendenti ad uno stile ricercato senza essere lezioso, classicheggiante senza essere cruscante. Spinelli spiega il significato che attribuisce alla condizione del pensiero notturno: di notte l’orizzonte storico si amplia, l’io cede il posto alla storia del mondo. Le faccenduole personali e private, le proprie ambizioni svaniscono perché cade il principio di individuazione. L’enciclopedia di Spinelli non attinge solo alla biblioteca laica, anche se la sua formazione giovanile deriva dalla sua fede comunista, ma anche al pensiero religioso, quello della conversione, dell’oportet nasci denuo, della folgorazione. Solo nelle ore notturne però si alimenta questa dimensione del sogno e della speranza, la luce solare infatti rivelerà le difficoltà del momento contingente e fa apparire lontano l’approdo in un porto sicuro. Il naufragio notturno perde la sua dolcezza e riemerge il naufrago costretto a nuotare fra gli scogli.'I pensieri che si manifestano in questo silenzioso sfondo non sono per nessuno. L’imprudente che li rende pubblici li rovina, poiché li spinge nel grossolano tumulto delle relazioni umane, mentre essi sono al di là dei rapporti umani … Sono fuggevoli e delicati, incuranti della coerenza, privi di intenzionalità'. (E. Paolini, Altiero Spinelli. Documenti e testimonianze, Bo, Il Mulino, 1996 p.290) Questo pensiero notturno che si agita, si compone e si scompone liberamente assume la dimensione della reductio ad absurdum, per cui si pone il problema di come comunicarlo agli altri, se questi non dispongono del medesimo codice verbale.L’ebbrezza o religiosità dionisiaca, che porta alla comunione panica, è la forza che spinge al cambiamento: quello che porta ai totalitarismi di qualsiasi colore politico,o quello che dal caos dell’irrazionalismo sa intravvedere un progetto nuovo, che a tanti analisti della storia umana può sembrare un’utopia. La grande Europa federale, la progettazione nel 1941 di un tale progetto non poteva che essere definito nell’ambito delle meditazioni notturne con un codice linguistico anch’esso notturno, perché estraneo ai codici fino ad allora usati nel Vecchio Continente: il linguaggio della cooperazione, dell’unificazione, del federalismo, della pace.Ma un tale progetto non può vivere solo delle notturne tensioni dionisiache che difficilmente riescono a ridurre il caos in cosmo; occorre certamente operare, tenendo presente che tutto è lecito, ma non tutto edifica. Da qui il bisogno di applicare alle proprie azioni il giusto mezzo che è nemico della hybris, cioè della tracotanza, della superbia e della prevaricazione. Ogni visione mistica, a questo punto, può sembrare pericolosa, anzi per chi vuole edificare è necessario che elimini il ricorso a Dio, presente nel linguaggio notturno, per evitare il rischio di appropriarsi dei suoi attributi di onnipotenza e per dare invece un senso di concretezza a quella missione di rinnovamento, che per tanti versi lo avvicina a Saul sulla via di Damasco.Ma Saul ci insegna che 'tutto è lecito, ma non tutto edifica'. Spinelli precisa che la voglia di edificare va contro il corso storico, perché l’azione che va secondo la corrente è l’azione che non edifica e dà a chi la compieuna soddisfazione, perché è circondata da comprensione, da affetto, da applausi … ha con sé Dio … Invece l’azione che va contro corrente – l’azione che edifica – dà amarezza perché è circondata da incomprensione, da odio, da diffidenza, ed è quasi sicura di non riuscire perché ha il Dio contro di sé.Spinelli rifiuta il concetto di provvidenza sia in senso religioso e trascendente, sia in senso hegeliano, secondo cui la storia è l’epifania dello spirito assoluto e perciò tendente alle magnifiche sorti e progressive, sia pure in senso mazziniano il cui Dio è immanente nell’azione umana. Spinelli è figlio della cultura umanistica, discepolo di Machiavelli, scrutatore della realtà effettuale, entro la quale vuole incardinare le sue visioni notturne.Poche settimane prima della morte, avvenuta il 23 maggio di trent’uno anni fa, Spinelli redige una sorta di testamento morale, in cui affronta il tema della saggezza, che rappresenta il leitmotivdella sua vita e della suo opera, come si ricava dalle sue memorie, conservate sotto il titolo di Come ho tentato di diventare saggio.La sua definizione di saggezza rientra nei principi ideali della filosofia ellenica, come pure nella profondità della visione buddista e taoista della vita, laddove la missione politica, il logos, assume la sacralità di una missione religiosa come fu quella di Abramo o in Lao-tze, il fondatore del Taoismo.Ma, lo stesso tiene a precisare che il suo raggiunto equilibrio, che coincide con la saggezza, va attribuito all’esperienza della sua prigionia, durante la quale lo spirito dionisiaco, che animava l’ebbrezza notturna del pensiero, gradualmente raggiunse l’equilibrio dello spirito apollineo, necessario ad edificare.Così scrive:Chiunque si accinge ad una grande impresa lo fa per dare qualcosa ai suoi contemporanei e a sé, ma nessuno sa in realtà se egli lavora per loro e per sé; o per loro e per i suoi figli, che lo hanno visto costruire ed erediteranno da lui; o per una più lontana, non ancora nata, generazione che riscoprirà il suo lavoro incompiuto e lo farà proprio; o per nessuno'.Spinelli non escludeva la possibilità dell’insuccesso e oggi sarebbe molto amareggiato dello spettacolo che l’Unione europea offre al mondo, sul punto di collassare miseramente e di ripiombare nei nazionalismi che hanno caratterizzati il secolo breve, come è stato definito il ‘900 dallo storico britannico Eric Hobsbawm. Spinelli ha combattuto la sua battaglia per cancellare le rovine prodotte dai grandi cataclismi del suo secolo e può dire con onestà intellettuale e con la forza del pensiero di chi è riuscito a guardare oltre la siepe: 'ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede; ormai non mi resta che ricevere la corona di giustizia'. Vorrei chiudere questo mio intervento con quanto già nel Manifesto Spinelli ha annotato e che oggi è ripreso con altre parole ma con il medesimo significato da Andrea Bonanni sulla Repubblica di qualche giorno fa: L’europeismo non è interpretabile a piacere. Esso rappresenta il vero spartiacque del panorama politico di questo nostro secolo. Si può rifiutare la distinzione ottocentesca tra destra e sinistra ma, rispetto al progetto europeo e ai valori che esso incarna, non si può essere scettici o peggio cinici: o lo si condivide o lo si osteggia. In questo senso, sosteneva Spinelli, la distinzione non è tra destra e sinistra, bensì è tra progresso e conservazione, tra la paura del nuovo e la speranza nel futuro, tra la concezione hobbsiana dell’uomo e la progettualità kantiana di una pace perpetua, difficile da realizzare ma non impossibile.TP 13.01.2017 Antonino Tobia
Inserito il 13 Gennaio 2017 nella categoria Relazioni svolte
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